Mezzogiorno di fuoco

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AS Roma Match Program (T.Riccardi)E se si giocasse sempre alle 12.30? Passi come una provocazione o una battuta, ma a leggere i numeri delle gare disputate dalla Roma in prossimità dell’ora di pranzo, la domanda potrebbe sorgere spontanea e diventare retorica. Ma, scherzi a parte, è una semplice considerazione che deriva dai precedenti. Da quando la Lega Calcio ha introdotto la cadenza fissa sul calendario – campionato 2010-2011 – i giallorossi ne hanno quasi sempre beneficiato. In sei anni, sono 15 i match affrontati dai capitolini: dieci vittorie, quattro i pareggi, una sconfitta. Sui potenziali 45 punti a disposizione, la Roma ne ha ottenuti 34, con una media di 2,26 a partita. E pensare che all’inizio non sembrava così facile giocare in questo orario particolare. Ecco la storia.

Il primo “lunch match” risale al 24 ottobre 2010 e in questa occasione la partenza è tiepida. Al “Tardini”, contro il Parma di Marino, in una giornata grigia con tante nuvole, poco sole e zero emozioni, finisce 0-0. Un incontro non memorabile, contestato pure dai tifosi con alcuni striscioni apparsi sulle tribune dei sostenitori gialloblù. “TV: di questi orari non ne possiamo più”. “Non si canta a bocca piena”. Ore 12.30, il conto lo pagano sempre i tifosi?”. Insomma, una decisione che all’epoca non fu accolta con particolare entusiasmo. Tornando al mero fatto calcistico, non è positivo nemmeno il secondo incrocio della serie. È il 9 gennaio 2011, la Roma – in maglia nera – cade a Genova contro la Sampdoria. Prima va in vantaggio con Vucinic, ma poi si fa riprendere da un rigore di Pozzi e dall’ex di turno, Guberti. Non è una giornata felice per il difensore carioca Juan, che sbaglia ogni intervento possibile. Capita di incappare in un momento no. Capita meno, invece, di vedere ciò che accade al 91’: pochi minuti prima del triplice fischio dell’arbitro Rocchi, Ranieri fa entrare Totti al posto di Greco. Di fatto, è la prima volta che il Capitano subentra così tardi a un compagno. Sui social network si scatena l’indignazione popolare: “Una mancanza di rispetto mai vista”, si scrive su tanti profili. Un caso che si liquiderà solo nei giorni seguenti, con un’intervista chiarificatrice di Totti a Sky concessa fuori dai cancelli del centro sportivo “Bernardini”. E a proposito del numero 10, la vittoria non arriva nemmeno il 20 marzo successivo, a Firenze, contro la Fiorentina. La data passa alla storia per un altro motivo: Totti segna per la prima volta in carriera al “Franchi”. Realizza una doppietta che significa 200 e 201 gol in Serie A. Ranieri non è più l’allenatore, ora in panchina c’è Montella. Tuttavia, il cambio di gestione non basta per vedere i primi tre punti alle 12.30, la Roma impatta 2-2. Successo che arriva solo verso la fine della stessa stagione con il ChievoVerona, in casa: 1-0 con marcatura decisiva di Perrotta. Da qui inizia un trend positivo che porterà la Roma a non perdere più. Al massimo pareggiare in altre due occasioni (3-3 a Bologna nel 2013, 3-3 con l’Atalanta nel 2016).

Tra le affermazioni più significative c’è un 2-0 all’Atalanta del 7 ottobre 2012 firmato Bradley e Lamela. Non tanto per il risultato, quanto per il contorno. È il giorno della cerimonia Hall of Fame all’Olimpico. Prima dell’inizio della gara, sul terreno di gioco sfilano una sfilza di ex calciatori romanisti. Brividi veri nel rivedere tante personalità tutte insieme. L’11 ideale votato dagli stessi tifosi si dispone in campo come se dovesse affrontare una partita: Tancredi in porta, Cafu, Losi, Aldair e Rocca in difesa, Bernardini (presente la figlia), Di Bartolomei (presente la moglie Marisa), Falcao a centrocampo, Amadei (presente la figlia), Pruzzo e Conti in attacco. Tra il 2014 e il 2015, poi, in un paio di circostanze le vittorie della Roma sono meritate, ma contestate dalle avversarie per alcune decisioni arbitrali. Succede il 30 marzo 2014 con il Sassuolo: il gruppo di Garcia si impone 2-0 con sigilli di Destro e Bastos (il brasiliano segna il gol numero 4000 in Massima Divisione nel corso societario), ma nel primo tempo Rizzoli fa arrabbiare i neroverdi con un rigore prima concesso agli emiliani per un intervento di Benatia su Sansone, salvo poi tornare sui suoi passi dopo qualche minuto. Decisione corretta, il rigore non c’è. Diventa materiale per le moviole anche il gol di Astori, decisivo per Udinese-Roma 0-1 del 6 gennaio 2015. Il difensore, di testa, imprime una traiettoria particolare al pallone, che coglie la traversa e poi supera la riga di porta prima di schizzare ancora fuori tra le mani di Karnezis. Il frame non lascia spazio alle interpretazioni, è gol, ma i commentatori televisivi lasciano agli interlocutori il dubbio pronunciando una parola sconosciuta (o quasi) fino a quel momento: la parallasse. “Il fenomeno per cui un oggetto sembra spostarsi rispetto allo sfondo se si cambia il punto di osservazione”, la definizione di Wikipedia. Il punto di osservazione dell’arbitro Guida è corretto: “Ho visto io”, assicura il fischietto di Torre Annunziata. Roma-Napoli 1-0 del 4 aprile 2015 passa alle cronache per uno striscione censurabile apparso sugli spalti e non per il gol partita di Pjanic. L’ultima sfida in ordine cronologico è dell’8 maggio 2016, Roma-Chievo 3-0. Stavolta si parla solo di calcio: segnano Nainggolan, Ruediger e Pjanic. Una bella vittoria, senza se e senza ma. Quella che insegue la Roma all’Olimpico di Torino per il sedicesimo appuntamento alle 12.30 della storia recente.

TABELLA: 15 gare alle 12.30

1) 2010-2011, Parma-Roma 0-0

2) 2010-2011, Sampdoria-Roma 2-1

3) 2010-2011, Fiorentina-Roma 2-2

4) 2010-2011, Roma-Chievo 1-0

5) 2011-2012, Roma-Novara 5-2

6) 2012-2013, Roma-Atalanta 2-0

7) 2012-2013, Bologna-Roma 3-3

8) 2013-2014, Roma-Fiorentina 2-1

9) 2013-2014, H. Verona-Roma 1-3

10) 2013-2014, Sassuolo-Roma 0-2

11) 2014-2015, Udinese-Roma 0-1

12) 2014-2015, Roma-Napoli 1-0

13) 2014-2015, Roma-Genoa 2-0

14) 2015-2016, Atalanta-Roma 3-3

15) 2015-2016, Roma-Chievo 3-0

TOTALE: 15 (10 VITTORIE, 4 PAREGGI, 1 SCONFITTA)

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