Messi, Ronaldo o il derby. Juve & Roma, quarti di nobiltà

La Stampa (A.Barillà) – Road to Kiev. Oggi Juventus e Roma conosceranno la prossima tappa. Il destino delle due squadre italiane approdate ai quarti di finale di Champions – l’ultima volta undici anni fa – sarà scritto alle 12 nella sede dell’Uefa a Nyon: non esistono, a questo punto, avversarie semplici, ma insistere sull’indifferenza dell’urna è una bugia o almeno un luogo comune. Abolite le teste di serie, il sorteggio è libero e le gerarchie innegabili, di sicuro il Barcellona, favorito per Dna e trascinato da un Messi ispiratissimo, non ha lo stesso peso del Siviglia che ha sfrattato, contro ogni pronostico, il Manchester United. Ultima volta Prima di addentrarci nell’analisi delle rivali straniere, è opportuno soffermarsi sulla possibilità più crudele e affascinante: quella di un derby italiano. L’ultimo nella competizione risale al 2004/2005 quando, proprio ai quarti, si trovarono di fronte Inter e Milan, ma il precedente più vicino è quello dell’Europa League 2014/2015, con Fiorentina e Roma opposte agli ottavi. In assoluto, nella storia delle coppe internazionali le sfide Made in Italy sono state 17 di cui ben 7 finali.

Il rischio derby appartiene anche all’Inghilterra, che schiera Liverpool e Manchester City, e, ancora di più, alla Spagna che a Barcellona e Siviglia aggiunge il Real Madrid. Record in panchina In fondo, in qualche modo, sarebbe derby anche se Juventus o Roma dovessero incrociare i Los Nervionenses di Vincenzo Montella: è la quarta volta che tre tecnici italiani si ritrovano ai quarti e nessun altro Paese può vantare lo stesso primato. Se poi venisse fuori Roma-Siviglia, le emozioni si moltiplicherebbero, perché Eusebio Di Francesco e Montella non sono semplici colleghi: amici fin da ragazzini, quando giocavano nelle giovanili dell’Empoli, da dodici anni sono anche soci in una boutique nel centro della città toscana. Evitare la paura Sulla carta, al di là delle suggestioni sulla panchina, il Siviglia è l’avversaria più morbida, ma Mourinho, battuto a Old Trafford, racconterebbe un’altra storia.

Di sicuro le più temute sono Barcellona e Manchester City, macchine perfette cui è difficile individuare dei difetti: al massimo può far coraggio la possibilità che, consce del loro valore, si deconcentrino inconsciamente o, nel caso blaugrana, la tradizione sfavorevole ai quarti: dal 2013/2014 a oggi tre eliminazioni, due con l’Atletico Madrid e una con la Juve. «Un po’ di clemenza, basta Barça», esclama Massimiliano Allegri che nell’urna, tra Milan e Juventus, l’ha pescato tantissime volte, ma aggiunge di voler evitare pure il Real. Di Francesco non fa nomi: «Vorrei evitare solo la paura e continuare a sognare con questa squadra». Ritmo travolgente Avversario tostissimo anche il Bayern Monaco, che con Jupp Heynckes ha trovato un ritmo travolgente: il tecnico ha battuto il record delle undici vittorie consecutive in Champions, sommando alle cinque del 2013 le sei ottenute dopo aver preso il posto di Carlo Ancelotti. Più accessibile, ma appena appena, il Liverpool: non ha lo spessore delle big citate, ma non manca di fuoriclasse e può contare sull’organizzazione brillante di Jürgen Klopp.

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