Mercato in stand by. Ma la Roma si affida a Mourinho

Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Il tempo non manca, ma un sottile senso di inquietudine comincia a farsi sentire. L’arrivo di Mourinho ha rivitalizzato i tifosi romanisti dopo una stagione anonima e con rarissime soddisfazioni, però sono passati 45 giorni dall’annuncio dello Special One e il mercato della Roma è ancora al punto di partenza. Tanti nomi, nessuna firma.

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È il caso di preoccuparsi? Nei festeggiamenti per il ventennale dello scudetto 2001 sono particolarmente pesanti le parole di Cristiano Zanetti. Era in prestito dall’Inter e l’anno dopo è ritornato in nerazzurro. La sua “romanità” è perciò minima e il ragionamento molto asettico: La mentalità vincente viene creata quando ti rendi conto che il tuo compagno di squadra è un giocatore forte. Se un club investe tanto più degli altri e non ha problemi a comprare qualunque giocatore, diventa automaticamente più forte degli altri. Più che di mentalità vincente parlerei di investimenti vincenti del presidente, uniti a un allenatore che ha vinto ovunque è andato (come Capello e adesso Mou; ndr). Durante un campionato puoi anche perdere qualche partita, ma se hai la rosa più forte alla fine vinci».

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Il lavoro che aspetta Tiago Pinto non è facile. Deve piazzare un sacco di esuberi – ieri una voce su Pastore cercato in Argentina dal Boca Juniors – e l’Europeo gli sta dando una mano a giorni alterni: Olsen si è messo in luce con la Svezia, Under è naufragato insieme alla Turchia. Le trattative per Xhaka e Belotti sono in stand-by perché Arsenal e Torino non hanno intenzione, almeno per ora, di abbassare le pretese per il cartellino dei due giocatori. Sul portiere resta forte la candidatura di Rui Patricio, però bisognerebbe anche piazzare Pau Lopez (infortunato). Il rischio è che certe buone idee, come Patson Daka del Salisburgo, entrino nel mirino anche di altri club: sullo zambiano, ad esempio, è piombato il Leicester.

 

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