La meglio gioventù – Lorenzo Pellegrini: Di Francesco come mentore e la benedizione del 10

Pagine Romaniste (S.Valdarchi) – “Francesco è Francesco e come lui non ne nascerà un altro. Totti è Totti, io sono Lorenzo. Cerco solo di essere il miglior Lorenzo da mettere a disposizione della Roma”. Così, qualche giorno fa, Lorenzo Pellegrini rispondeva a chi accennava ad un paragone tra lui e lo storico numero 10. Un parallelo spesso incentivato dalle dichiarazioni di Totti, che non ha mai perso occasione per elogiare le qualità del classe ’96, ma citando il centrocampista “Totti è Totti”, usarlo come termine di paragone può solo far male a colui il quale viene accostato a Sua Maestà. Fatta questa breve e doverosa introduzione, possiamo procedere con il racconto della storia di Lorenzo Pellegrini, ragazzo cresciuto al Fulvio Bernardini e che nelle ultime tre stagioni si è ritagliato un ruolo da protagonista nella Roma.

Primavera ed esordio in Serie A

La prima volta che Pellegrini è entrato nel cancello di Trigoria era il 2005, alla tenerà età di 9 anni. Considerato da sempre un ottimo prospetto, a 12 anni la sua carriera è stata messa a rischio. Durante il suo periodo nei Giovanissimi, allenati da Vincenzo Montella, gli fu diagnosticata un’aritmia cardiaca che gli tolse per un periodo l’idoneità sportiva. Rientrato l’allarme dopo 4 mesi, ha proseguito la sua trafila nelle giovanili romaniste, fino ad approdare nel 2013 in Primavera. Ha giocato nella formazione di De Rossi per due stagioni, indossando la fascia di capitano nel 2014/15. Due annate in cui il centrocampista ha raccolto 57 presenze e 13 gol, trovando anche il tempo per debuttare tra i professionisti.

Il 22 marzo del 2015, sul sintetico del Dino Manuzzi di Cesena, Lorenzo Pellegrini muove i suoi primi passi nella Serie A, entrando nel corso della ripresa al posto di Salih Ucan. L’esordio in una partita complicata e non vivace, risolta a pochi minuti dalla fine dal gol di De Rossi. Quella rimane l’unica sua presenza con la Roma, prima del suo definitivo ritorno a Trigoria nell’estate del 2017.

Il Sassuolo ed il rapporto con Di Francesco

Una volta terminato il campionato 2014/15, infatti, Pellegrini viene ceduto al Sassuolo (diritto di recompra in favore della Roma valido per due anni), squadra rivelazione della stagione precedente nella quale si è guadagnata la qualificazione in Europa League. Nello scacchiere tattico di Eusebio Di Francesco, trova spazio come mezzala nel centrocampo a tre ed in Emilia avviene la sua consacrazione nel massimo campionato. Oltre ad acquisire esperienza in mezzo al campo, migliora il suo rapporto con la porta, grazie agli inserimenti tra le linee caratteristici del modo di giocare di Di Francesco: 11 reti e 8 assist in maglia neroverde.

Il tecnico abruzzese rappresenta per il centrocampista classe ’96 un vero e proprio mentore, capace di tirargli fuori il meglio. Proprio per questo l’allenatore, una volta lasciato il Sassuolo ed approdato sulla panchina della Roma, pretende uno sforzo economico dalla società (circa 10 milioni di euro) per averlo in rosa. Lo spazio a Roma però si riduce, vista la concorrenza in quel ruolo di calciatori come Nainggolan e Strootman, ma Pellegrini è in grado di aspettare la giusta occasione per prendersi la scena.

Scusate le spalle

Capita spesso e volentieri che il destino della carriera di un calciatore venga modificato da una sola partita, da una giocata. Il percorso di Lorenzo Pellegrini con la Roma ha avuto la stessa sorte e il crocevia è rappresentato dal derby d’andata dello scorso campionato. Dopo un primo anno passato da sostituto eccellente, nella prima parte del 2018/19 il numero 7 non viene considerato come prima scelta da Di Francesco. Con l’inizio delle competizioni però, arrivano prestazioni grigie da parte della squadra, portando il tecnico abruzzese a passare dal 4-3-3 classico ad un 4-2-3-1. Una delle prime uscite in cui viene provato il nuovo schieramento è proprio contro la Lazio, nella stracittadina del 29 settembre. Nzonzi e De Rossi in mediana, con Pastore alle spalle di Dzeko. Il flaco gioca bene, ma a metà del primo tempo incappa in uno dei soliti problemi muscolari, che lo porta ad uscire anzitempo. Al suo posto, entra proprio Pellegrini, ma invece di un ritorno al centrocampo a 3, Di Francesco lo lancia come trequartista. Giocate di qualità ed un gol, di tacco, con tanto di esultanza polemica rivolta a chi in quel momento criticava il suo rendimento. Quel giorno d’inizio autunno, si è scoperto un nuovo Pellegrini, ottimo rifinitore negli ultimi 30 metri.

10 in campo, 7 sulle spalle

Tranne che per una breve parentesi ad inizio anno nella quale Fonseca lo aveva provato davanti alla difesa, scelta dovuta soprattutto al ritardo di condizione di Jordan Veretout, il centrocampista romano non ha più abbandonato il ruolo di trequartista, specializzandosi come assist-man. Oltre agli 11 assist, Pellegrini ha fornito ai compagni 40 passaggi chiave, rimanendo in cima a questa speciale classifica nella rosa della Roma, nonostante il lungo stop (circa due mesi) dovuto alla frattura al metatarso. Nel 4-2 rifilato dai giallorossi al Sassuolo, Lorenzo è stato senza alcun dubbio il migliore in campo, confezionando tre assist ai compagni, per i gol di Cristante, Mkhitaryan e Kluivert. Una gara che ha portato Francesco Totti a dichiarare: “Sembrava che avesse la maglia numero 10 sotto alla sua”. Ma a chi chiedeva se sognasse di indossarla un giorno, l’attuale vice-capitano romanista ha risposto: “Ho già la 7 di Bruno Conti, per il momento va bene così…”.

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