Mattarella: «La mafia nel calcio metastasi da estirpare»

Fedeli e Boldrini annunciano l'elezione a Sergio Mattarella

La Gazzetta dello Sport (A.Catapano) – «Vergogna, vergogna, madonna che vergogna», cantava Ivan Graziani di un ladro all’auto-grill. «Vergogna», dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dell’ultimo fragoroso scandalo scommesse emerso dall’inchiesta di Catanzaro. «Che mafie di varia natura cerchino di modificare il risultato delle partite e di lucrare sulle scommesse — tuona il capo dello Stato — è una vergogna. Questa metastasi va estirpata con severità e rapidità».

IL RICHIAMO Non poteva essere più tranchant, Mattarella. Lo sbarco della criminalità organizzata nel calcio ha indignato il semplice appassionato (tifa per il Palermo, simpatizza per l’Inter) prima che la massima carica dello Stato. E anche sul piano politico, Mattarella è in perfetta sintonia con l’interventismo di Renzi, che prenderà di petto la questione calcio — compresa la controversa vicenda dei diritti tv e lo strapotere crescente di Infront — subito dopo le elezioni regionali. Per questo non è un caso il richiamo del presidente ai doveri della giustizia sportiva, accusata da molti, anche dal presidente dell’Anticorruzione Cantone, di arrivare sempre dopo le inchieste penali. «Non possiamo accettare che la bellezza dello sport, la crescita dei giovani e un divertimento degli italiani vengano così stravolti e sporcati — dice Mattarella — Le istituzioni dello sport non devono commettere alcun errore di sottovalutazione». Un intervento duro, che segue quello simile nei toni e nelle parole di mercoledì. Del resto, anche il contesto ieri richiedeva parole molto coraggiose. Il presidente parlava dall’aula bunker di Palermo, in occasione delle celebrazioni per il 23° anniversario della strage di Capaci. Prima di Falcone e Borsellino, fu suo fratello Piersanti, da presidente della Regione Sicilia, a essere assassinato dalla mafia nel 1980. Mattarella si rivolge ai giovani, invoca un «impegno corale» per «far germogliare una nuova primavera italiana» e «proseguire la battaglia» di quei magistrati assassinati con le loro scorte.

LA VIGILANZA Ed è proprio ricordando gli agenti di polizia caduti sotto i colpi della mafia che pure il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, interviene sull’ultimo orrore del calcio. «Abbiamo uno scandalo dopo l’altro. E devo ringraziare la Polizia perché le ultime operazioni svolte hanno consentito di disvelare quello che spesso si nasconde dietro alcune partite di calcio. Non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio — avverte Alfano — ma sulla sfida di unire sport e legalità noi ci giochiamo un pezzo importante della faccia del nostro Paese». La Figc ne è consapevole. Il problema sarà tradurre tutti gli atti della Procura di Catanzaro in inchieste sportive. Tavecchio ha già studiato il sistema per snellire il lavoro di Palazzi, ma i tempi stringono e Renzi e Malagò vigilano (anche se si attende sempre l’assegnazione della Delega allo Sport).

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