La Repubblica – “Costretto dalla mafia a vendere le partite”

La mafia lo scorso anno ha bussato al campanello della serie A. Uomini del clan barese dei Parisi hanno aspettato i calciatori sotto casa, hanno frequentato gli spogliatoi, esercitato pressioni e minacce, distribuito mazzette e incassato denaro per combinare i risultati di una serie di partite: almeno quattro, ha ammesso ieri l’ex difensore biancorosso, oggi all’Atalanta, Andrea Masiello. Il verbale del giocatore è stato secretato visto “che riguarda persone diverse dal dichiarante” scrivono nel decreto il procuratore Anonio Laudati e il pm Ciro Angelillis (lo stesso che si è occupato del caso Tarantini). Ma una cosa appare già chiara: “Gervasoni era un ex giocatore del Bari. Bellavista anche. Micolucci, pure. Con i biancorossi ha giocato Carobbio. La storia del calcioscommesse negli ultimi anni in Italia pone le sue fondamenta a Bari. E a Bari speriamo di farla crollare” dice un investigatore.
Masiello, quindi. Il ragazzo ha parlato. Non a caso la sua audizione è stata trattata come quella di un vero pentito di mafia. Lui stesso e i suoi legali hanno saputo solo mezzora prima dove e a che ora ci sarebbe stato l’interrogatorio. Martedì hanno dormito a Lecce dopo essere arrivati con un volo a Brindisi per scansare gli occhi dei tifosi. Hanno pranzato in Salento, poi al telefono gli è stato detto di avvicinarsi al capoluogo. All’uscita dello svincolo per Carbonara, sulla tangenziale di Bari, li aspettava un auto dei carabinieri. Li hanno scortati fino in caserma.

Quattro ore di interrogatorio davanti al pm Angelillis e agli uomini del Reparto operativo dei Carabinieri. Masiello ha ammesso di aver partecipato alla combine contro il Palermo (non riuscita per il rigore sbagliato da Miccoli) perché ha avuto paura. Ha raccontato che i baresi (“tutti mi dicevano di stare attenti, che era gente poco raccomandabile”) sono andati sotto casa sua per due volte e gli hanno messo una mazzetta da ottantamila euro in mano (poi restituita essendo saltata la combine). Che “quelli” hanno fatto lo stesso con Parisi, Rossi e Bentivoglio. Ha raccontato che non era la prima volta che accadeva. Sempre dallo stesso personaggio (Angelo Iacovelli) era stato avvicinato prima della partita con il Chievo (persa dal Bari per 2-1), della Roma (2-3) e con la Samp (0-1). Gli avevano offerto e consigliato di non impegnarsi. Che altri giocatori avevano già detto di sì. Iacovelli era accompagnato volta per volta da personaggi vicini alla malavita barese. E in due occasioni dagli Zingari: Masiello ha riconosciuto la foto dello slavo che, come ha accertato Cremona, era a Formello prima di Lazio-Genoa. La Procura di Bari ha ora sul taccuino il nome di altri calciatori – il difensore Belmonte e il portiere Padelli – ma ci sono anche i nomi di insospettabili e di qualche dirigente della squadra (la società però era all’oscuro di tutto). Gli investigatori sono poi convinti che ci fossero complicità anche nelle altre squadre (nel mirino in particolare le partite di Parma e Bologna) ma anche su questo stanno lavorando.
Masiello nei prossimi giorni vedrà il procuratore federale Stefano Palazzi, per raccontare le “sensazioni” sui compagni in merito ad altre partite. Postilla: Masiello conferma completamente le dichiarazioni dell’altro pentito del calcioscommesse, Gervasoni. Ecco perché questo è soltanto l’inizio.
La Repubblica – Marco Mensurati e Giuliano Foschini

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