Marquinho: “Zeman? Era importante solo quello che diceva lui. I tifosi della Roma saranno sempre nel mio cuore”

Pagine Romaniste (L.Fantoni) – A gennaio 2012, all’inizio dell’era americana e con Luis Enrique in panchina, arriva a Roma Marco Antônio de Mattos Filho, conosciuto da tutti come Marquinho. L’impatto con l’allenatore spagnolo e il calcio italiano è ottimo e si conquista subito un posto tra i titolari. Con Zeman invece le cose vanno peggio, nonostante un grandissimo gol all’Inter alla seconda giornata di campionato. Con Garcia all’inizio il brasiliano è titolare ma piano piano perde il posto e a gennaio si trasferisce in prestito al Verona. Da lì comincia il suo giro per il mondo che lo porterà a giocare in Arabia Saudita e poi in Brasile, dove milita tutt’ora, nella Figueirense. Marquinho è intervenuto ai nostri microfoni per ricordare i momenti in giallorosso:

Sei arrivato a Roma a gennaio, con Luis Enrique in panchina. Che squadra ti sei trovato di fronte? Ti piaceva il gioco dello spagnolo?

La prima cosa che mi ricordo bene è il piacere di aver preso in mano per la prima volta la maglietta della Roma con il mio nome e il mio numero. È stato uno dei più bei momenti della mia vita. Mi sono trovato di fronte una squadra con grandissimi giocatori e anche con Luis Enrique che secondo me stava iniziano un lavoro bellissimo. Era uno stile di gioco nuovo per l’Italia secondo me. Lui era organizzato per il gioco italiano ma portava dei concetti nuovi. È stato il miglior allenatore che ho avuto nella mia carriera.

Con Zeman invece cosa non ha funzionato?

Dopo sei mesi con questa idea nuova di gioco di Luis Enrique è arrivato Zeman. Ovviamente le sue idee erano diverse. A lui importava solo la parte tattica, come la squadra doveva mettersi in campo, mentre non gli interessava quella tecnica del singolo giocatore. Anche il rapporto tra allenatore e giocatore era più difficile. A lui non piaceva il dialogo. Era importante solo quello che pensava lui. Soprattutto per noi sudamericani è stata dura. Dopo un po’ anche per gli italiani. Secondo me la cosa che non ha funzionato è stato il rapporto con i giocatori. Lui però aveva un nome importante per la storia della Roma quindi il rispetto doveva essere sempre al massimo.

Com’è allenarsi con Totti e De Rossi? E con Marquinhos? Pensavi potesse diventare così forte?

Allenarsi con Totti e De Rossi è stato un sogno raggiunto. Avevo già visto in tv in Brasile come giocavano e dico che ho avuto la fortuna di conoscerli come persone perché sono ancora meglio. Hanno un’umiltà e una semplicità incredibile. Marquinhos è arrivato che aveva 18 anni ma io già sapevo come giocava lui in Brasile al Corinthians. Basta guardare i fatti. A 18 anni era già uno dei titolari della Roma. Tutti già sapevano che lui sarebbe diventato un giocatore importante. È veramente forte.

Ormai sono passati anni. Ti sei spiegato la sconfitta in Coppa Italia con la Lazio? Che vi siete detti nello spogliatoio dopo la partita?

Dopo tanti anni ho ancora nel cuore lo stesso dolore di quella sconfitta. È impossibile da accettare. Non solo perché era il derby ma anche proprio per la partita che abbiamo fatto. Dopo la partita eravamo tutti con la testa bassa. Solo i direttori parlavano un po’. Eravamo tutti giù di morale, non avevamo parole per quel momento.

Con Garcia hai giocato molto all’inizio poi meno. Com’era il tuo rapporto con lui?

Ho imparato tanto da Garcia. Dopo Zeman e il mio amico Andreazzoli è arrivato lui con un’idea nuova di gioco, come aveva fatto prima Luis Enrique. Dopo un po’ di tempo lui mi ha cambiato la posizione. La mie prestazioni sono calate ma il mio rapporto con lui è sempre stato molto buono, con tanto rispetto da tutte e due le parti. Ho imparato molto.

Che ricordi hai dei tifosi della Roma?

Io sono andato tre anni fa a Roma con la mia famiglia, sono andato allo stadio e mi sono tornati alla mente tutti i bei momenti che ho vissuto con i tifosi. Mi piace tanto riguardare le mie partite, quando ho segnato, e anche in particolare quella vittoria sulla Juventus con il gol di Totti, 1-0 all’Olimpico. Come ho detto di Totti e De Rossi, ho avuto il piacere di poter stare davanti a loro. I tifosi della Roma saranno sempre nel mio cuore.

 

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