Gazzetta dello Sport – Ecco Marquinho: “Mi manda Juan. Attacco e difendo, voglio restare”

È nato il 3 luglio 1986 a Passo Fundo, Rio Grande do Sul, lo Stato più meridionale del Brasile, terra in cui per la prossimità con l’Uruguay e l’Argentina la scuola calcistica unisce forza, grinta, tecnica. Marco Antônio de Mattos Filho detto Marquinho, 25 anni, 1,82 per 79 chili, mancino, è un centrocampista universale che difende, attacca e costruisce giocate, e sa anche battere le punizioni. Resta da vedere come lo utilizzerà Luis Enrique. «Non ci ho parlato — spiega il ragazzo — sono stato a Roma pochi giorni fa e solo per le visite mediche. Ma so che il calcio italiano, tatticamente, è molto diverso da quello brasiliano. In Brasile devo coprire vari spazi, i laterali bassi si spingono troppo in avanti. In Italia ci si deve muovere solo su una determinata posizione, ognuno ha un compito più specifico. Io sono un centrocampista che marca e attacca, cerco di giocare con attenzione».

Ben istruito La lezione, il ragazzo l’ha già mandata a memoria. «Ho parlato con Juan, mi ha detto di essere molto contento a Roma e di volere rimanere ancora parecchio tempo. La squadra ha grandi giocatori, non voglio citarne uno solo». Però… «È inutile dire che Totti è un grande idolo, un fantasista. Non ho avuto tempo di farmi un’idea precisa nel poco tempo che ho passato a Roma, ma credo che il nostro obiettivo sia arrivare nelle prime posizioni in campionato, per qualificarci in Champions League».

Obiettivo riscatto Arriva in prestito dal Fluminense, diritto di riscatto a 4,5 milioni di euro, 5 se arriverà a 12 presenze (di almeno 45′). Ma fisicamente non è ancora tornato, dopo la puntata a Roma per le visite mediche. «Ci sono intoppi burocratici — ammette Walter Sabatini — speriamo sia tutto risolto per domenica, ma a questo punto potrebbe slittare anche alla settimana prossima». Lui, da parte sua, già dice che vuole «rimanere alla Roma», dopo aver girato parecchio sin dalle giovanili, fino alla promozione, datata 2006, nella prima squadra del Palmeiras. È passato per Botafogo e Figueirense, la svolta della carriera nel 2009, con l’arrivo al Fluminense. Aiutò la squadra a evitare la retrocessione in serie B, già nel 2010 era uno dei protagonisti della lotta per lo scudetto brasiliano. A Roma verrà con la famiglia. «Mia moglie, Jaqueline, è avvocato, non abbiamo figli. Magari farà qualche lavoro in Italia, imparerà nuove lingue. Pure io ho studiato legge a San Paolo, però ho dovuto mollare l’università per il calcio. Ma ora non voglio più fare l’avvocato quando smetterò». Tanto c’è tempo per pensarci.
Gazzetta dello Sport – Mauricio Cannone

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