Gazzetta dello Sport – Tifosi e marchio. La Roma nascosta chiede visibilità

Questione di velocità: dopo un anno a girare in warm up, la Roma si presenta sulla griglia di partenza della prossima stagione con l’intenzione di recuperare già diverse posizioni al via. Questione di identità, doppia: c’è una Roma visibile, quella che scende in campo, che per non buttare l’anno passato con Luis Enrique è stata affidata a Zeman. E c’è una Roma invisibile, quella che lavora dietro le scrivanie, che nella stagione appena trascorsa ha gettato le basi per un grande futuro fuori dal Raccordo: nuove sponsorizzazioni, tournée internazionali (a proposito, ieri è stata fissata anche l’amichevole del 27 luglio a New York, contro El Salvador), partnership di grido, un merchandising all’altezza del marchio, uno stadio moderno di proprietà. E pure un nuovo rapporto con la gente: per dire, il 19 luglio l’Olimpico aprirà le porte ai tifosi, e chiunque si presenterà con una maglia della nuova stagione finirà nelle foto con la squadra. Nuove strade che la Roma «invisibile» percorrerà nei prossimi anni, con una unica destinazione finale: l’aumento dei ricavi. Eccolo il vero differenziale rispetto alla gestione precedente.
La nuova Triade E dunque, in attesa che Zeman faccia girare a tutta velocità anche la Roma che scende in campo, quella che lavora dietro le scrivanie ieri si è offerta alla stampa, chiedendo quella visibilità che solitamente si dà alla squadra. Al lavoro c’è una Triade di ispirazione americana: l’amministratore delegato Mark Pannes, il capo dell’area business Christoph Winterling e la responsabile della comunicazione Catia Augelli. Compatibilmente con l’attualità di mercato (nelle stesse ore Walter Sabatini incontrava Zeman…), siamo sicuri che la lettura dei giornali oggi sarà di loro gradimento.

Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

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