Marco Giallini: «Sono un tifoso deluso, non si può solo vendere»

Il Messaggero (M.Ferretti) – Marco Giallini indosserebbe ancora volentieri i panni del Commissario Rocco Schiavone, come nella fortunata fiction di Rai Due, per indagare anche su cosa sta accadendo nella sua amata Roma. «Sono un tifoso incaz…, ehm volevo dire deluso…», esordisce senza mezzi termini.

Colpa dei recenti risultati?
«Macchè, la mia delusione (eufemismo, ndr) è più profonda, più antica se vogliamo».

Si può spiegare meglio?
«Non capisco come mai non riusciamo a fare una grande squadra, una squadra degna della città di Roma».

Provi a individuare un motivo…
«Non è possibile che a intervalli regolari i più bravi vengano ceduti».

Dzeko, però, è rimasto…
«E ci mancava che vendevano pure lui».

Pure?
«Di Salah ne vogliamo parlare? Ma avete visto quanto è forte? E Ruediger? E noi li abbiamo ceduti; anzi siamo stati costretti a cederli».

Esigenze di bilancio…
«Non conosco bene la situazione, leggo, mi informo e traggo le mie conclusioni. Io sono un semplice tifoso e come tifoso vorrei vedere una Roma forte, la più forte di tutte. Glielo ripeto, sono deluso al punto che, adesso, penso che non avremo mai una squadra realmente competitiva».

Pessimista…
«Realista, se mai. Ha mai pensato che Roma sarebbe oggi se non fossero stati venduti tutti i giocatori passati recentemente da queste parti? Io mi rimpiango ancora Digne…».

La morale qual è?
«Che una società come la Roma deve tenersi tutti i giocatori bravi, quelli davvero bravi».

Ora non ci sono?
«Certo che ci sono, De Rossi, Dzeko, Nainggolan, Schick… A proposito: Schick è un fenomeno, vedrete. Alisson è il più forte portiere al mondo».

Roma quinta in classifica, però…
«Perché ne servono ventidue dello stesso valore. Levi uno, metti l’altro e la storia non cambia. Alla Roma, oggi, non è possibile. Come c’è uno bravo lo mettono in vendita».

Deluso anche di Di Francesco?
«Ma lui che c’entra se le cose non vanno bene? E poi non si può cambiare un allenatore ogni anno, occorre dargli il tempo e la possibilità di lavorare. Invece gli stavano vendendo Dzeko… Oh, Dzeko: ma ci rendiamo conto?».

Il miglior attaccante della Roma…
«Una mattina è venuto mio figlio e mi fa: vendiamo Dzeko. Mi è preso un colpo. Ma come: c’è la Champions e vendiamo Dzeko?».

Non è stato venduto, le ripeto…
«E meno male, le ripeto io».

Il calcio è cambiato, raccontano…
«E lo so bene. E so anche alla perfezione che presidenti come Viola o Sensi non ci saranno più. Gente passionale, tifosi veri. Io vedo che in tanti club europei ci sono presidenti stranieri, e a me la cosa non dà fastidio. Non mi interessasesiano inglesi, arabi, cinesi… A patto che facciano grandi investimenti e quindi una grande squadra».

Jim Pallotta non lo fa?
«Gliel’ho detto, sono molto incaz…».

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti