Marchisio-Nainggolan: decidono loro

TuttoSport (A.Bacconi) – Solo venti giorni fa la sofferenza della Roma per avere la meglio del Pescara in casa era risultata indicibile. La vittoria e i tre punti arrivarono in maniera rocambolesca (così come peraltro quelli contro l’Inter e in altre prestazioni altalenanti offerte nella prima parte della stagione) con 15 tiri e 5 occasioni lasciate all’ultima in classifica.

RITROVATA SICUREZZA – Quella, tuttavia, era una squadra ancora alla ricerca di un punto di equilibrio, magari in grado di vincere con gli acuti di Dzeko e Salah, ma sicuramente troppo precaria nell’organizzazione della fase di non possesso palla. Luciano Spalletti deve aver lavorato molto in questa direzione ultimamente e infatti oggi la Roma è decisamente un’altra cosa.

SVOLTA IN TRE PUNTI –  L’inversione di tendenza giustamente sottolineata ieri su Tuttosport è dovuta ad almeno tre fattori nodali. Punto numero uno: il recupero definitivo del tedesco Antonio Rudiger. Un difensore di esperienza, forte nei duelli e nel gioco aereo, in grado di giocare sia come esterno sia come centrale. La sua duttilità permette a Spalletti anche di giocare con moduli diversi e di passare a tre se necessario, come accaduto ad esempio contro la Lazio. Punto numero due: la fisicità del centrocampo. Daniele De Rossi, Kevin Strootman e Radja Nainggolan oltre ad essere buoni palleggiatori hanno forza nel contrasto e gamba nel pressing. Averli al top della condizione migliora in maniera evidente la compattezza tra i reparti. Punto numero tre: meno fronzoli e meno errori nella costruzione del gioco. Meno fraseggi bassi e orizzontali, più verticalizzazioni scavalcando la mediana (45 lanci contro il Milan mentre contro l’Inter furono la metà). E’ ovviamente chiaro, in questo senso, che l’assenza di Salah può giocoforza aver cambiato qualcosa nei meccanismi giallorossi, ma sinceramente nessuno si aspettava che le cose sarebbero cambiate in meglio.

NAINGGOLAN TRA LE LINEE –  Del resto questa è la stessa strategia che ha adottato il tecnico rossonero Vincenzo Montella dall’inizio della stagione. Meglio rinunciare al bel gioco, puntando sulla sicurezza difensiva e sull’efficacia del contropiede. Colpisce quindi che la Roma abbia battuto il Milan proprio con le sue stesse armi. Emblematico, del resto, il gol partita. Sul recupero aereo di Manolas, Locatelli si scorda della marcatura preventiva su Nainggolan. Il belga percepisce, mentre gli sta arrivando il pallone, che il rossonero sarà scavalcato dalla traiettoria della parabola e dunque si predispone con anticipo al controllo orientato verso l’interno del campo. Questo il presupposto tattico del gol da antologia realizzato poi con una rasoiata di interno sinistro sul secondo palo.

IL PRECEDENTENainggolan trequartista podista, però, non coglierà di sorpresa il tecnico bianconero Massimiliano Allegri. Fu del resto proprio lui a lanciarlo ad alti livelli quando vinse lo scudetto col Milan mettendo in quella posizione un “muscolare” come Boateng. Il tecnico bianconero piazzerà sicuramente Marchisio alle costole del giallorosso, lasciando i due centrali in superiorità numerica con Dzeko.

RADDOPPIARE SU PEROTTI – Interessante anche quello che potrà accadere sulle corsie esterne. Perotti è il più imprevedibile. Può accentrarsi con la palla o andare per linee esterne. Fondamentale non lasciarlo “1 contro 1” essendo il suo dribbling, anche da fermo, un’arma letale. Va indifferentemente sul destro e sul sinistro e la scelta non è mai istintiva, ma funzionale allo sviluppo successivo dell’azione. Il centrocampista di parte (forse Sturaro, forse Pjanic), dovrà aiutare Alex Sandro a ridurre il raggio d’azione dell’argentino. El Shaarawy sappiamo essere più monotematico. Sarà importante non lasciargli la profondità sul suo classico movimento a tagliare il campo da sinistra verso il centro anche sui lanci dalle retrovie o sulle spizzate di Dzeko.

OPZIONI BIANCONERE – Detto delle opzioni offensive dei giallorossi vediamo se e come Allegri potrà scalfire le ritrovare certezze difensive di Spalletti. Penso che alla fine la Juve migliore per coerenza con le caratteristiche individuali ed equilibrio tattico sia quella con 4-rombo-2. Una scelta che escluderebbe uno tra Mandzukic e Dybala, suppongo a favore di quest’ultimo che offre più variazioni sul tema e una maggior sintonia tecnica con Higuain. La generosità del croato potrà tornare utile a partita in corso ma gli automatismi che con naturalezza si sono espressi negli ultimi 15′ del derby con l’ingresso in campo dell’argentino sono stati entusiasmanti. Dybala ha innata, forse come nessuno, la percezione dei tempi di gioco. Sa quando allargarsi e quando entrare tra le linee. Sa aspettare l’arrivo dei compagni. Vede spazi che si aprono e si chiudono, legge dove e come costruire palla gol. L’esempio lampante, in una azione del derby: l’argentino Higuain è il terminale fisiologico del radar cognitivo della Joya che registra l’inserimento di Khedira a spostare la difesa avversaria, analizza il varco che va creandosi, tiene monitorato l’arrivo del Pepita. L’assist è la conseguenza del suo vedere e pensare calcio.

PJANIC VALORE AGGIUNTO – Oltre a tutto questo c’è il valore aggiunto di Pjanic. La sua posizione tra le linee può dare noia ai giallorossi. Strootman, né De Rossi hanno la sua rapidità e soffrono l’inserimento alle loro spalle. Il bosniaco dovrà alternare la regia bassa, quando Marchisio sarà marcato, alla penetrazione senza palla. Queste giocate dentro al campo saranno l’essenza di Juve-Roma. Spalletti chiederà ai suoi grande densità centrale invitando la Juve ad andare in ampiezza. La Juve lo potrà fare ma non come soluzione di ripiego. Lo dovrà fare quando il cambio gioco sui terzini sarà molto favorevole dal punto di vista spaziotemporale. Alex Sandro dovrà ricevere il cambio gioco sulla corsa ed usare la sua l’inerzia per superare Rudiger in velocità

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