Corriere dello Sport – Mangia studia un nuovo Palermo

Uno, due, tre, quattro Palermo. Devis Mangia li prova tutti e tutti diversi, forse per pretattica, forse per abituare davvero la squadra alla duttilità che piace tanto a Zamparini.
C’era curiosità per vedere cosa avrebbe fatto sul campo il giovane allenatore lombardo dopo la brutta sconfitta di Milano e le osservazioni pubbliche del presidente. L’impressione è che a Roma, nella seconda trasferta da brivido di fila, qualcosa cambierà ma non verranno seguiti alla lettera tutti i consigli a voce alta espressi da Zamparini. Del resto, il modulo in se stesso non vince le partite. E’ semmai l’atteggiamento quello da trasmettere in maniera decisiva, assieme naturalmente ad un assetto che permetta ai talenti rosa di esprimere il loro meglio.
CAMBIAMENTI – Ieri la squadra ha disputato il consueto allenamento a due porte, ovviamente a porte chiuse. Ma le varie soluzioni provate sono emerse ugualmente. Mangia ha organizzato 4 mini tempi in cui la formazione titolare si è schierata ogni volta con un modulo diverso: si è cominciato con quello che, se confermato, potrebbe essere il cambiamento più corposo all’idea di gioco fin qui portata avanti. Un 4-3-2-1 con Acquah a rinforzare il centrocampo e due trequartisti, Ilicic e Zahavi, dietro una punta possente come Pinilla. Seconda ipotesi: un 4-3-1-2, o se volete un’impostazione “a rombo”. In questo caso, è stato inserito Bacinovic come vertice basso del centrocampo (accanto a lui sempre Barreto e Della Rocca) e Ilicic è rimasto l’unico fantasista alle spalle dei due attaccanti, stavolta Miccoli ed Hernandez. Non è finita, perchè in un terzo momento, Mangia è passato al 4-4-1-1, rispolverando gli esterni tradizionali, nel caso specifico Aguirregaray e Bertolo, con il solo Zahavi in appoggio a Pinilla. Ultima frazione con un semplice mutamento di uomini nello stesso schema: Alvarez e Acquah fra i 4 di metà campo e Hernandez in luogo di Pinilla.
LE CONFERME – Su un dato sembra che non ci sia discussione. I quattro uomini di difesa non si toccano e Migliaccio dunque resterà nel ruolo di centrale arretrato. Solo nell’ultimo spezzone è stato provato Cetto al suo posto. L’altro aspetto è che Ilicic dovrebbe abbandonare la posizione di esterno, nella quale finora non ha mai incantato. Se giocherà, lo farà come trequartista, ed in questo caso bisognerà vedere se alle spalle di una o di due punte. Il Palermo insomma sta studiando le mosse giuste e verificando cosa possa essere cambiato facilmente senza stravolgere un modello di gioco che, comunque sia, finora ha portato 10 punti in classifica. L’abbondanza dovrebbe aiutare Mangia, nel senso che possiede giocatori adatti a operare ogni tipo di scelta. La sensazione è anche quella che l’allenatore voglia far sentire tutti partecipi del momento e dunque tenga in caldo elementi finora meno utilizzati ma che potrebbe rilanciare all’Olimpico. Acquah e Bacinovic in mezzo, ma anche Aguirregaray se si insisterà sul gioco sulle fasce, o Pinilla che potrebbe servire come terminale offensivo per far salire meglio la squadra. Il tutto tenendo presente un dato non indifferente: che nella prossima settimana si giocheranno altre due partite in 4 giorni (giovedì 27 al Barbera col Lecce, e domenica 30 ad Udine), dunque il turn over sarà quasi obbligato.
IN TRASFERTA – Di certo c’è un trend esterno da rovesciare. Tanto forte appare il Palermo in casa quanto fragile e asfittico in trasferta. 9 gol fra le mura amiche, 0 fuori. L’Olimpico è stato spesso un campo che ha esaltato i rosanero, non a caso anche quest’anno l’unico punto esterno è arrivato con la Lazio, sia pure a reti bianche. Fra pretattiche e esperimenti, Mangia si augura che il Palermo che piace si riveda con la Roma.
Corriere dello Sport – Paolo Vannini

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