Mancini, un jolly senza mezze misure

Nella vita ci sono dei treni che passano e sui quali devi essere bravo a salire in corsa. Gianluca Mancini li ha presi. Soprattutto quando Fonseca gli ha prospettato, in piena emergenza, un nuovo ruolo in campo: quello del mediano. Il tempo fagocita tutto e in molti forse già non ricordano che Gianluca inizialmente ha fatto fatica. A tal punto che nel test considerato più importante nel pre-campionato, contro il Real Madrid, rimane in panchina. Atletico Bilbao e Arezzo aveva invece procurato 2 rigori consecutivi. E dopo esser partito fuori anche con il Genoa, aveva contribuito con Florenzi a regalare il 3-3 a Kouamé. Ne era seguita una ripresa poco convincente col Sassuolo, l’espulsione per doppia ammonizione a Bologna e un altro rigore causato da un tocco di mano con il Cagliari. Ma dal 6 ottobre la trasformazione di Mancini è stata impressionante. Tre gare da mediano e 270 minuti da migliore in campo o quasi. E pensare che quello in gioventù era stato proprio il suo ruolo quando giocava nelle giovanili della Fiorentina e Pizarro era il suo modello. Fonseca è stato bravo ritagliando a Gianluca un ruolo che gli permette di essere nel vivo del gioco. Posizione in mediana nella quale a Udine è stato provato per qualche minuto anche Cetin. Terzino al debutto, con tanto di dribbling a Leao al primo pallone toccato all’Olimpico, centrocampista e poi di nuovo centrale a Udine. La squalifica di Fazio, è il treno che il turco aspettava. Dovrà essere bravo a prenderlo. Lo riporta Il Messaggero.

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