La Gazzetta dello Sport (G.B. Olivero) – Il grande cuore della Roma stavolta non è bastato e fa tanto male perché abbiamo assaporato la vittoria prima di vederla scivolare via sulla strada per Siviglia. La Roma ha giocato meglio il primo tempo, chiuso in vantaggio grazie a un gol di Dybala, ha sbandato a inizio ripresa subendo il pareggio su autorete di Mancini e, pur senza riuscire a proporre un calcio manovrato e armonico, ha costruito e sciupato le occasioni migliori per vincere.

E poi i rigori hanno scritto la sentenza più brutta: il Siviglia ha conquistato per la settima volta l’Europa League. Gli spagnoli non hanno rubato nulla, hanno reagito bene allo svantaggio dimostrando di avere un incredibile feeling con questa competizione. Però il rimpianto per la Roma è enorme dopo una partita faticosa, dura e infinita: tra supplementari e recuperi le due squadre sono state in campo 146 minuti. Al momento di calciare i rigori Mourinho aveva sostituito i primi tre specialisti: Dybala, Pellegrini e Abraham. E quarant’anni dopo la sconfitta in finale di Coppa Campioni contro il Liverpool è arrivata un’altra beffa dal dischetto: gli errori di Mancini e Ibanez sono stati decisivi.