L’urlo della Roma nel derby senza curve. La Lazio si inchina a Dzeko e Gervinho

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Il Corriere della Sera (L.Valdiserri) – La chiesa è ancora saldamente al centro del villaggio, anche se molti fedeli se ne sono andati (ieri non più di 30 mila spettatori, con la curva Sud e la curva Nord che sono rimaste lontano dall’Olimpico) e l’officiante Rudi Garcia sta guardando la serie di Romanzo Criminale («A Roma ci sono tre re: il Papa, Totti e il Libanese») anziché cantare i salmi. La Roma si prende Roma con la sua superiore qualità, che le permette di ammortizzare le molte assenze (Pjanic, De Rossi, Totti, Strootman e Florenzi in panchina per un’ora), e con l’errore di Tagliavento che, male assistito da Manganelli, vede in area il fallo di Gentiletti su Dzeko, che è invece appena fuori. Dettaglio importante nella partita ma, con la stessa nettezza, che la Lazio finisca in undici è uno dei grandi misteri del calcio: Gentiletti, Biglia e soprattutto Lulic, autore di un intervento-killer su Salah, uscito in barella, erano da cartellino rosso.

La partita la vince Garcia, che aggiorna così il suo score da stracittadina: tre vinte, due pareggiate e nessuna persa. Si è dovuto inventare un centrocampo inedito (Nainggolan, Vainqueur, Iago Falque) ma ha affrontato la gara con grande personalità; ha rivitalizzato Gervinho (stupendo il 2-0, su assist di Nainggolan) e sta ottenendo da Dzeko una partecipazione mostruosa al gioco di squadra; sta pian piano facendo crescere Ruediger all’ombra di Manolas, che è uno dei centrali difensivi migliori d’Europa. Come in un vaso comunicante, è logico che la partita l’abbia persa Pioli. Non ha funzionato l’esperimento del 4-1- 4-1 con Lulic intermedio di sinistra a centrocampo e non esterno ma, soprattutto, è stata suicida la scelta di lasciare fuori l’unico vero talento — insieme a Felipe Anderson — che la Lazio ha in rosa: Balde Diao Keita.

Entrato a metà ripresa, ha messo in difficoltà quasi da solo la difesa della Roma. La Lazio è arrivata alla terza sconfitta consecutiva (dopo Atalanta e Milan), la sesta in campionato, e con 20 gol subiti ha la seconda peggior difesa dopo il Carpi (23). Ci si può accontentare di maledire Tagliavento o fare una seria analisi di quello che non funziona. La Roma aveva subito gol in 14 delle 15 gare precedenti, tra campionato e Champions, mantenendo la porta inviolata solo con il Frosinone. È successo anche ieri e, al di là delle battute maligne dei tifosi giallorossi, è stata una chiave della partita. La Roma ha giocato con personalitàNainggolan, capitano di giornata, è stato l’uomo ovunque — e la Lazio ne ha avuta poca. La grande domanda del campionato, che adesso va in pausa, è se possa vincere il titolo la squadra che non prende mai gol (l’Inter), quella che ha il miglior attaccante in assoluto (il Napoli) o quella che manda in rete praticamente tutti (la Roma). Garcia è convinto che avere più soluzioni sia fondamentale e, se è vero che anche ieri Dzeko ha sbagliato il facile 2-0, c’è da dire che il lavoro del bosniaco per la squadra è fondamentale. E che se doveva scegliere due avversarie per due gol, Juve e Lazio van benissimo.

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