Gazzetta dello Sport – Luis Enrique “Roma, prima tappa per la vetta”

Come al primo appuntamento: l’attesa dell’incontro, l’emozione che ti scoppia dentro, niente dovrà essere fuori posto. Quanti romanisti hanno voglia di far centro oggi pomeriggio, con il pretesto di Roma-Palermo? I pensieri di Luis È la prima partita di un mini ciclo che può portare Luis Enrique in cima, come una funivia, o spingerlo a valle, con una discesa rovinosa. Lui ne è cosciente, per fortuna della Roma. «Palermo, Genoa e Milan: ci sono nove punti a disposizione, dovremo volare. Siamo a -4 dalla vetta e chi tra una settimana avrà fatto più punti può ritrovarsi in testa». Anche la Roma, nonostante la partenza ad handicap. Ma senza montarsi troppo la testa, vero? «Sono felice che Sabatini apprezzi il nostro lavoro, ma per me non siamo nemmeno al 50%, commettiamo ancora troppi errori — accusa Luis Enrique —, forse sono io troppo esigente. Del derby, per esempio, salvo solo i primi dieci minuti. Alla fine segnare subito è stato controproducente». E però non è che ora ci si deve buttare giù. «Giocare tre partite in sei giorni per noi può essere un vantaggio — ancora l’allenatore spagnolo —: abbiamo tanti calciatori che non giocano sempre, gli farò capire che ho bisogno di tutti, particolarmente in questa settimana». Particolarmente oggi: con Pjanic fermato da una sospetta contrattura alla coscia l’ultima parola dei medici arriverà stamattina, deve scaldarsi Erik Lamela, finalmente sembra arrivato il turno del bimbo argentino.
Prima per Stek? La prima partita dell’era Baldini coincide con il primo taglio dei biglietti omaggio, ancora graduale, ma già sufficiente a preoccupare qualcuno il Coni, per esempio. Il ritorno allo stadio di Walter Sabatini — questa, più di tutte, è la sua partita del cuore — si augura coincida con un ritorno alla vittoria della squadra. Sarebbe la prima dal vivo per il direttore sportivo, come per Maarten Stekelenburg: nelle cinque partite Europa compresa con lui in campo, pare incredibile, la Roma non è mai riuscita a vincere. Bravo è bravo, perciò il sospetto è che l’olandese sia pure un tantinello sfortunato. Non il massimo nel suo ruolo.
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano

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