Corriere della Sera – La Roma dei due volti nel segno di Enrique

E arrivò il giorno della prima vittoria della Roma di Luis Enrique e di Thomas Richard DiBenedetto. Alla sesta prova, tra Europa League e campionato, i giallorossi portano a casa i tre punti e ora possono guardare la classifica senza spaventarsi e, soprattutto, lavorare con un po’ di tranquillità e morale in più. La peggior difesa del campionato (il Parma) gratifica così il peggior attacco del campionato dopo quello del Bologna (la Roma): l’1-0 finale è giusto per quello che si è visto in campo ma le dice anche lunga su quanto dovranno lavorare queste due squadre per arrivare a un livello che permetta loro di occupare posizioni di classifiche migliori.
La Roma ha festeggiato la vittoria come fosse un’impresa in Champions League e il motivo è facilmente comprensibile: cominciavano a volare gli avvoltoi sopra Luis Enrique, ben prima che lo spagnolo fosse (calcisticamente) morto. Con i tre punti di ieri la Roma non ha risolto i suoi problemi, ma prima e dopo il gol si sono viste due squadre diverse. Quella bloccata nel primo tempo, capace di partire bene ma di spegnersi dopo 10′, ha lasciato il posto a una formazione capace di fare per la prima volta un possesso palla creativo, capace di mandare Osvaldo e Totti a sfiorare il raddoppio che avrebbe evitato un finale di partita da infarto per i tifosi giallorossi.
Il Parma è stato molto deludente, almeno fino a quando Colomba non ha sostituito Galloppa con Jadid. Un centrocampo di soli interditori è troppo poco per giocare in serie A e non possono essere solo Giovinco e Biabiany (peraltro i migliori, dopo il marocchino entrato dalla panchina) a fare gioco e dare un pizzico di qualità.
Come contro il Siena è andato in gol Osvaldo, che è davvero uno strano tipo di giocatore. Nel primo tempo si è divorato un gol che avrebbe segnato anche un bambino, nel secondo ne ha segnato di testa uno molto più difficile, superando in elevazione Paletta e mettendo nell’angolino un cross di Rosi, liberato da Borini che aveva conquistato palla con il pressing alto. Non un gol episodico, ma la summa di quello che Luis Enrique vuole dalla sua squadra. Una buona base di partenza, se la Roma continuerà a lavorare come sta facendo adesso. Inutile dire che il migliore, per impegno e qualità, è stato Totti. Il capitano è anche andato al tiro, sfiorando il 2-0.
Nel primo tempo Colomba aveva bloccato la manovra della Roma con una mossa banale ma utile: usare Floccari e Giovinco in pressione su De Rossi, costringendo così Kjaer o Heinze a far partire l’azione della Roma. Ogni volta la Roma perdeva secondi preziosi e il Parma poteva rimpiazzare la difesa e contrare l’azione avversaria. Il pressing alto della Roma nella ripresa ha immediatamente portato al vantaggio e, da lì, i giallorossi hanno preso coraggio. Sarà la svolta definitiva? Difficile dirlo.
Dopo la buona prova a San Siro, contro l’Inter, era venuto lo stop contro il Siena. Però i meccanismi di gioco sembrano a poco a poco diventare più automatici e Luis Enrique sembra aver trovato almeno un’ossatura (De Rossi, José Angel, Perrotta, Totti, Osvaldo) sulla quale costruire la squadra. E, visto ieri, dovrebbe farne parte anche Heinze, il più in forma dei centrali difensivi a disposizione.
Corriere della Sera – Luca Valdiserri

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