Gazzetta dello sport – Roma in crisi, Luis Enrique furioso: “Non siete uomini”

Letteralmente, gli ha fatto passare un brutto quarto d’ora. La Pasqua era trascorsa tutto sommato liscia, la Pasquetta è stata un delirio. Luis Enrique ha voluto ragionarci su, rivedere gli orrori di Lecce, confrontarsi con i dirigenti. E ieri, al termine dell’allenamento, è partito il cazziatone, durato quindici minuti, così riassumibile: «Mi avete deluso. Sono stufo. Così non possiamo andare avanti. Almeno dimostratemi di essere uomini». Non risultano reazioni da parte dei giocatori. In sostanza, pare non sia volata una mosca. Il che, però, non significa che la squadra abbia imparato la lezione.

Accusa. Allenatore e dirigenti sono d’accordo: ai giocatori manca personalità. Troppo mosci, troppo fragili, pure troppo buoni. Ora si vorrebbero più figli di buona donna. Forse non hanno grinta perché troppo impegnati a mandare a memoria i meccanismi di Luis. Oppure — è il timore dei dirigenti romanisti — la politica «buonista» portata avanti in questi mesi gli ha fatto male, come se professare lealtà con gli avversari e correttezza con gli arbitri li avesse privati di quella cattiveria agonistica che spesso è necessaria più del talento per vincere le partite. Anche il presunto litigio tra senatori e giovani della squadra, avvenuto nello spogliatoio del Via del Mare, è stato smentito ieri dai dirigenti giallorossi, che hanno aggiunto una postilla che spiega molte cose: «Magari fosse avvenuto…». Si segnala solo un diverbio tra De Rossi e il giovane Lamela, reo di aver ciondolato sul campo per 85′, salvo svegliarsi quando ormai era inutile. De Rossi gli sarebbe andato sotto con queste parole: «Ti sei ricordato presto che oggi si giocava una partita…».Anche qui, la dirigenza si interroga: proprio da De Rossi — il cui rendimento è calato dopo la firma del rinnovo — si aspettano tutti di più sul piano della personalità. Che «scuota» i compagni quando il risultato è ancora in bilico, non sullo 0-4. Anche per questo, domani sera Luis Enrique si riaffiderà a Totti, invocandone il carisma.

Difesa. I giocatori sono i primi a rendersi conto dei disastri che combinano. Ma non sanno come evitarli. Proprio così: dopo otto mesi di lavoro, non hanno ancora capito cosa vuole Luis Enrique. Non gli giocano contro, anzi umanamente lo stimano. Ma tatticamente, non lo comprendono. Un dubbio su tutti: devono fare il possesso palla o cercare le verticalizzazioni? È un bel guaio, lo risolveranno col tempo oppure la Roma è in un vicolo cieco e non ne uscirà prima del 2013, quando scadrà il contratto di Luis?[…]

Gazzette dello Sport – Alessandro Catapano

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