Repubblica.it – Tanti moduli e troppi cambi: Luis cerca la ‘sua’ vera Roma

Alla fine, tutti hanno voluto vedere il bicchiere mezzo pieno. Anche qualcosa di più. “Sono contento, ho visto la Roma che voglio, il risultato è ingiusto“, l’analisi di Luis Enrique. “Con questa mentalità ne vinceremo tante, siamo stati sfortunati, abbiamo giocato bene“, l’eco di Sabatini. Parole che, però, raccontano la terza sconfitta stagionale della Roma, la quarta sommando anche l’aperitivo europeo di agosto. Fino a adesso, il pubblico ha conservato quella “pazienza” richiesta da dirigenti e proprietà. Ma già sabato il Milan rischia di somigliare a un esame che non si può sbagliare.

TROPPI CAMBI – Già, perché dietro il possesso palla tornato ai livelli di tolleranza del tecnico asturiano – il 63 per cento – che per qualche settimana aveva gradito poco la retromarcia stilistica della sua Roma. Una trama voluta e inseguita sul campo per tutti i 90 minuti, al Ferraris, anche dopo il pareggio a 7 minuti dalla fine. Complice, anche, un Genoa che ha consentito la circolazione del pallone agli avversari fino alla trequarti per chiudersi e ripartire in contropiede. Ma se la squadra ha ritrovato la “possesion del balon” invocata da Luis, e con questa un’identità forse per la prima volta dall’inizio dell’anno ben definita, non può dire di avere ancora un volto chiaro. Perché quella mandata in campo ieri, è stata la decima formazione diversa in altrettante gare stagionali. Mai due volte lo stesso schema  di gioco, un elemento imputato un anno fa a Ranieri e oggi cavalcato come manifesto della propria politica da Luis Enrique: scegliere di volta in volta l’undici ritenuto migliore, coinvolgere tutti: “Tanto se vinco avrò fatto un’ottima rotazione e se perdo avrò fatto un disastro”. Anche in quest’ottica, va letto l’ingresso in campo di Greco, ventottesimo giocatore impiegato dalla Roma in questa stagione. Troppi, forse, per dare volto e amalgama al gruppo costituito compiutamente soltanto a fine estate.

MONTELLA: “IO SAREI STATO CACCIATO” – Neanche di fronte a un ruolino di marcia che vede la Roma, dopo 8 giornate, con appena due punti in più rispetto a un anno fa. Gli stessi, invece, del Catania di Montella, ex tecnico romanista a cui la nuova proprietà Usa non ha concesso una seconda chance dopo il finale dello scorso campionato. E che proprio dall’Olimpico, dopo aver fermato l’assalto al primo posto della Lazio, non manca di descrivere la situazione dal proprio punto di vista: “Se fossi stato eliminato dall’Europa League e avessi fatto i punti di Luis Enrique mi avrebbero rimandato a fare il commentatore televisivo“, il pensiero dell’allenatore. Che non scalfisce le certezze del club – da DiBenedetto a Baldini e Sabatini – intorno al suo tecnico. “Il progetto continua“. Con Luis.

PJANIC NON RECUPERA – Impossibile fermarsi a guardare indietro: tra due giorni, l’Olimpico tornerà a riempirsi (neanche troppo, a dire il vero), per il match con il Milan lanciatissimo alla rincorsa del primo posto. Preoccupano, a Trigoria, le condizioni di Pjanic: l’allenamento differenziato di oggi, un po’ di corsa, qualche allungo, lo colloca tra gli indisponibili per la gara di sabato. Il risentimento muscolare riportato nello scorso weekend continua a tenere sulle spine lo staff tecnico-sanitario, soprattutto per il rischio che una lieve elongazione, forzando i tempi, possa trasformarsi in una lesione muscolare che lo costringerebbe a uno stop più lungo. Come lui, è difficile che possa recuperare Rosi, che però non ha ancora gettato la spugna. Continua, invece, il proprio recupero Totti: nessuna possibilità per il Milan, come per il Novara tra dieci giorni. Appuntamento con il Lecce dopo la sosta: i risultati della sua assenza, due sconfitte in tre partite, consigliano di sperare che quel giorno arrivi in fretta.
Repubblica.it – Matteo Pinci

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