Leggo – Una resa che sà di onestà

Undici mesi fa non sapevamo chi fosse e che cosa avrebbe potuto combinare l’allenatore che stava firmando un biennale con la Roma, oggi non possiamo sapere in assoluto se la sua resa sia un’occasione persa o l’occasione per dare una spallata a una delle stagioni più tormentate della tormentata storia giallorossa. Luis Enrique,grande illusionista o grande peccatore, scende dal monumento di hombre vertical, scende fra gli uomini di tutti i giorni, con le sue angosce. Si arrende per il motivo più semplice e più umano: non ce la fa. Chi lo conosce racconta che era già allo stremo delle energie nervose quando è arrivato a Roma. Era stato il progetto, la possibilità di lasciare l’impronta sulla rinascita della Roma a dargli l’adrenalina per quest’avventura. Poi, però, di fronte alle difficoltà ha ceduto all’onestà: «Non riesco a dare il cento per cento ». Tutta colpa sua? Certamente no. Certamente si ricorderà a lungo dei José Angel che hanno disegnato le sue notte insonni. Ricorderà anche altre cose. Franco Baldini, per esempio. L’uomo che l’ha convinto ad accettare Roma, gli ha fatto da scudo come raramente accade nel calcio, non soltanto in Italia. E la pazienza dei tifosi. Ora si pensa a Montella più che a Zeman o Bielsa (Di Matteo? Non scherziamo). Questione d’età e di un progetto che comunque andrà avanti. Montella non è stata un’occasione persa l’estate scorsa. È andato a crescere. È ambizioso e vuole la Roma. Vedremo se sarà lui e che giocatori avrà a disposizione.
Leggo – Fabio Maccheroni 

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