Lucio: «Fischiato solo dagli amici di Totti»

Il Messaggero – La fortuna aiuta gli audaci, la fortuna ha aiutato Luciano Spalletti. Il tecnico dell’Inter ha ribaltato la partita contro la Roma in meno di dieci minuti azzeccando due cambi e mettendo in difficoltà la corsia di destra, dove i giallorossi erano più carenti: «Spesso ai nostri calciatori si dice che la fortuna va dalla parte di chi ha coraggio nel fare le cose. Noi, nonostante abbiamo perso palloni sanguinosi, abbiamo martellato. Nonostante la fortuna, abbiamo creato occasioni da gol nette. Siamo stati premiati e la squadra ha creduto in quello che faceva, magari ha sbagliato troppo ma ha cercato di portare a fondo il suo compito. In questi campi o dimostri di avere un’idea o vieni schiacciato, non è successo questo nel primo tempo perché la Roma è stata più brava di noi». Sul rigore negato a Perotti dopo il fallo di Skriniar non ha dubbi: «Secondo me non c’è, lui va per intercettare il pallone e non lo prende, ma non provoca questa botta al giocatore creandogli difficoltà enormi».

L’OLIMPICO CONTROLo stadio Olimpico ha sommerso Lucio di fischi quando lo speaker ha annunciato il suo nome, gli stessi ricevuti lo scorso 28 maggio nel giorno dell’addio al calcio di Francesco Totti: «Non l’ho incontrato e non devo suonargli il campanello, se l’avessi visto gli avrei dato tutta la mia amicizia in un attimo. Chi mi ha fischiato mi incolpa di averlo fatto smettere, ma ora non ci sono più, potevano farlo continuare. Dai tottiani ho ricevuto molti fischi, ma dai tifosi della Roma molti complimenti e molti abbracci». Il primo round Dzeko-Icardi lo ha vinto l’argentino segnando una doppietta: «Lui e Dzeko sono i più forti del campionato, hanno questa qualità di smarcarsi in area. Dzeko ha forse più tecnica nel palleggio, Icardi è più cattivo nell’andare in uno spazio minimo e quando individua la preda gli mette le mani al collo e la strozza. Non deve accontentarsi, anche lui ogni tanto è un po’ rilassato». Nonostante l’Inter sia a punteggio pieno è vietato parlare di scudetto: «Facciamo qualche discorso un po’ più sensato. Se ragioniamo così la gente si disinnamora, c’è stato un grande pubblico ed è stato bello tornare all’Olimpico, però, da qui a dire che si vince il campionato ce ne passa».

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