Spalletti: “C’è dispiacere per l’eliminazione dalla Coppa Italia. Abbiamo 8 partite determinanti per il futuro della squadra” – VIDEO

Pagine Romaniste (F.Biafora) – Luciano Spalletti, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa in vista della partita di domani contro il Bologna. Queste le sue parole:

Dopo la delusione della Coppa Italia come si riparte?
Noi ogni volta che si gioca una partita, quando si rientra negli spogliatoi, si fa sempre un po’ d’analisi, un incontro dove ci parliamo. Spesso ci parliamo in maniera professionale e corretta, perché siamo una squadra in tutti i sensi. In questo caso qui c’è il dispiacere, l’insidia che possa diventare una sconfitta difficile, quella di non aver passato il turno, da superare. Ci siamo detti che dobbiamo essere ancora più professionali nel modo di lavorare. Bisogna rafforzare il concetto del possesso palla, del contrasto vinto. Si sono andate a prendere cose fondamentali per superare questo momento qui. Va di moda quello che è il ghigno, bisogna lavorare bene, col sorriso, ma con il ghigno. E’ stata una partita che può disturbare gli equilibri di squadra e di conseguenza si cerca di metterlo in pratica. Ieri già si è vista una squadra molto attenta, vogliosa e determinata. Si fa così, sempre.

Il Bologna ha poco da chiedere al campionato. Che squadra si aspetta davanti?
Prima di tutto c’è questo fatto di dire che Donadoni è una persona seria, un professionista vero ed esperto, uno che ha sempre fatto giocare bene le sue squadre. Loro hanno questa qualità di essere anche imprevedibili, davanti hanno velocità, potenza e giocatori di qualità nel reparto offensivo. Il Bologna ha vinto due delle ultime tre partite, ha perso a Firenze negli ultimi minuti, ma ha vinto con Sassuolo e Chievo. E’ una squadra che può giocare a tre o a quattro in difesa, per cui bisogna essere pronti. Proprio per la classifica che hanno e per tante componenti possono giocare senza essere in tensione per il risultato della partita. Hanno giocatori come il figlio di Eusebio (Di Francesco, ndr), hanno Destro, hanno molti ex che vogliono mettersi in evidenza. E’ una partita delicata e insidiosa dove noi dobbiamo essere forti, fortissimi.

Che gerarchie ci saranno in porta visto che non ci saranno più le coppe? De Rossi è pronto per giocare titolare?
Sui portieri è sempre stato così: sono due che si confrontano e possono ambire tutti e due ad una maglia, sono tutti e due forti. La gerarchia delle competizioni esiste se c’è una qualità assoluta di grande livello, dove si possono mettere a confronto ed entrambi sono in condizione. Se uno cala di condizione quell’altro gli può prendere il posto in qualunque competizione, sia in campionato che nelle coppe. Tutti e due si allenano bene e come si è visto nello svolgimento delle partite, al di là di qualche episodio, sono dei grandissimi portieri, hanno fatto valere le loro qualità. Questo confronto continuerà, uno darebbe scontato che le giocasse tutte Szczesny, ma se cala di condizione e Alisson fa vedere di essere quello che ha sempre fatto vedere gli può prendere il posto. De Rossi? La schiena è migliorata, ieri si è allenato meglio ed oggi diventa un allenamento importante. Se le risposte continuano ad essere positive è chiaro che si prende in considerazione per giocare.

Gerson è scomparso dopo la Juventus, cosa è successo?
Ci sono sempre state partite dove avrebbero potuto mettere in difficoltà soprattutto quello che era la sua condizione fisico-mentale di esperienza dentro la squadra. Avendolo fatto giocar poco non sai mai quella che può essere la risposta, perché negli allenamenti , quando ci sono tante partite ravvicinate, non riesci a vedere bene le condizioni dei giocatori che hanno giocato poco. La sostanza degli allenamenti diminuisce, sono quasi tutti allenamenti mirati per reparto o per singoli calciatori. Nel contesto reale non riesci a vederlo, fai difficoltà a renderti conto se può essere utilizzato. Probabilmente ho sbagliato qualcosa, se c’è uno che lo far giocare poco dipende da una gestione collettiva di squadra, a qualcuno devi dare forza e a qualcuno devi togliere qualcosa, a lui ho tolto qualcosa, ma non perché lui non lo meritasse, ma perché in quel momento lì gli altri mi sembravano stessero meglio. A fine campionato su Gerson andrà fatto un ragionamento approfondito, la società lo sa.

Inzaghi ha parlato di bilanci e fatturati per confrontare Roma e Lazio. Cosa vuoi dirgli? 
Io non so quelle che sono le dinamiche e i conti dei nostri avversari, io sono quelle che sono le cose nostre, loro sono stati bravi a portare a casa questa qualificazione, per cui noi si lavora meglio per quelli che sono i nostri obiettivi, che sono ancora molti, perché ci sono otto partite che possono determinare il lavoro futuro della società e il lavoro futuro della squadra. Ci giochiamo moltissimo, ci giochiamo la possibilità di andarci a giocare un futuro importante. La mia attenzione è a questo qui, non a quello che dice Inzaghi.

Totti le ha detto qualcosa sulla gestione di queste ultime partite? Qualcuno si è scandalizzato per come lei ha usato Totti negli ultimi minuti finali…
Io purtroppo devo gestire quello che è uno spogliatoio, quella che è una squadra, devo gestire il ruolo che ho, nelle competenze del ruolo ci sono anche le possibilità di cambiare uno a dieci minuti dalla fine. Vado con coerenza come ho sempre detto. Non voglio gestire la storia di Totti, ma quello che è il calciatore. Forse l’ho fatto giocare poco, forse l’ho fatto giocare molto, cerco di fare le cose con più coerenza possibile, senza essere disturbato da niente nelle scelte. Ci sono anche altri calciatori della Roma e Totti rimane ugualmente un calciatore importante per la storia di questo club.

La Roma ha usato solo 22 giocatori. E’ una rosa corta o è solo un dato dato da scelte sue?
Secondo me è dipeso soprattutto da scelte mie, prima si diceva di Gerson che l’ho fatto giocare poco, per cui è segno che i giocatori probabilmente c’erano. Se poi vogliamo andare a fare dei confronti tipo quello che da una partita di campionato a una partita di coppa la Juventus ha cambiato otto giocatori ed ha fatto in entrambi i casi una bellissima partita, ecco a quei livelli no, ma avevamo una rosa a posto per giocare le nostre competizioni. Ci sono capitate partite di un certo livello tutte insieme ed in quei momenti devi fare delle scelte, non hai neanche il tempo, la squadra ha fatto spesso bene. E’ vero che ha sbagliato un paio di partite fondamentali, ce le ricordate in maniera corretta, ci disturbano quelle partite lì, ma sono partite singole, è difficile trovare un periodo dove la squadra ha fatto male, ci sono delle partite, dei risultati, uno qua e uno là, non un periodo. Quando devi scegliere cerchi sempre una connessione rispetto a quello che è avvenuto precedentemente, perché è avvenuto quello che speravi. Noi si viene da cinque partite vinte, anche se siamo usciti dalla Coppa Italia, per cui diventa difficile dire che questa squadra era quella sbagliata, però siccome ci sono poi dei momenti che diventano cruciali e importantissimi e se il risultato è stato quello l’allenatore probabilmente ha sbagliato le scelte. Quello che decide è l’allenatore, che se non porti a casa il risultato, avendo constatato che la squadra può portare a casa tutti i risultati, qualche errore è stato commesso e dipende sempre dall’allenatore.

Cinque vittorie ma ci sono state due eliminazioni…
E’ vero, ma è stata sbagliata una partita, non un periodo. In quelle partite sono stati commessi degli errori. Ci sono diciotto mesi di lavoro dove si possono far confronti con gli altri. In questo momento andare fuori da una squadra o da un’altra può essere una cosa diversa, ma la considerazione generale viene fatta nei diciotto mesi, le considerazioni le sappiamo fare anche noi addetti ai lavori che viviamo lo spogliatoio, non ce le lasciamo soltanto sentire dire. E’ vero che siamo usciti da queste due competizioni a cui tenevamo, ora c’è il traguardo più importante di tutti, che è la classifica del campionato. La cosa più importante in quel momento lì era caricare quella situazione, ora c’è da caricare questa situazione qui, il campionato e la stagione calcistica sono fatti di momenti.

Nel ritorno con Porto, Lione e Lazio la Roma è sempre andata sotto. Come commenta questo dato? Parlare di ossessione della vittoria è stato controproducente?
Il dato lo commento dicendo che la prima cosa che avevamo messo a fuoco da adottare dentro la partita con la Lazio era quello di non prendere assolutamente gol fino al trentesimo del secondo tempo. Giochiamo in equlibrio fino al 30′ del secondo tempo, un po’ per i precedenti a cui facevi riferimento, un po’ perché poi ci vuole poco in uno stadio come il nostro, con la curva presente, con la qualità dei giocatori che si hanno a creare i presupposti per fare due gol. Sarebbe stato difficile mettere a posto il risultato prendendo gol, non ce l’abbiamo fatta, la voglia di ribaltare questa situazione ci ha fatto perdere equilibrio. Abbiamo tentato di metterci tutta l’attenzione possibile. Io ho cercato di provare la massima reazione dentro la squadra parlando di ossessione di queste cose qui, probabilmente è stato poco visto che non è bastato, avrei dovuto estremizzare o caricare di più in queste partite, io la vedo in questa maniera qui, ci avrei dovuto mettere ancora più peso per motivare queste partite. Poi bisogna stare attenti allo scorrimento che può venir fuori dalla partita. I risultati sono stati quelli.

Ha la sensazione che in questo anno e mezzo sia stato sottovalutato il rendimento straordinario della sua squadra in campionato?
Io ti ringrazio per venire in sostegno del lavoro di questi ragazzi, io la penso in questa maniera: sono un gruppo di bravi ragazzi, professionisti seri, da un punto di vista del lavoro di squadra hanno portato tantissimi risultati a casa. Poi è chiaro che la linea di demarcazione, che evidenzierà, si fa dopo otto partite. Per il momento io sono dispiaciuto per quello che dicevo prima, ma soddisfatto in generale per il modo di venire al campo, il modo di ragionare di calcio, il modo di proporre spettacolo a un movimento di tifosi importante come il nostro. Se si vanno a vedere i numeri complessivi si trova riscontro. Da un punto di vista mia diventa più facile, io sono un allenatore partito dagli Allievi, per cui sto attento a tutti i particolari. Me lo sono cercato questo lavoro, l’ho desiderato, l’ho goduto e ho avuto la fortuna di fare questo lavoro, per cui sto attento a tutto. So per esempio che nei diciotto mesi di lavoro abbiamo fatto punti importanti rispetto alle altre squadre, però poi se ne parla in fondo. Nel calcio esiste solo il fatto di imporre la vittoria, ci si diverte solo se si vince, quando tutti dicono alla stessa maniera l’allenatore bisogna che stia dentro il ragionamento. Anzi, per avere un ruolo importante, devi dire cose ancor più importanti. Non è che tu possa dire “Avete tutti le visioni e state dicendo cose differenti”. In realtà bisogna parlare chiaramente ai tifosi, bisogna istruire, c’è bisogno di un lavoro, di un programma per riuscire a contendere i titoli alla Juventus, non lo puoi fare dal dire al fare. Loro hanno probabilmente un vantaggio sotto l’aspetto di soldi, di struttura societaria, di un modo di ragionare, punto e basta. Noi bisogna essere bravi a programmare e a diminuire sempre questo vantaggio, mi sembra che in questi diciotto mesi sia stato fatto, fino a questo momento qui. I calciatori della Roma sono veramente dei professionisti e devono impegnarsi di più, metterci ancora qualcosa in più. Passa tutto per la programmazione, per il lavoro, per la partecipazione, per il coinvolgimento, vogliamo essere uniti come squadra, ma aperti anche ai ragionamenti con il nostro movimento e i nostri tifosi.

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