Luciano, la Roma ti vuole ancora

Corriere dello Sport (R.Maida) – La gente lo vuole ancora, come dimostrano il nostro sondaggio e i tifosi che lo hanno incitato all’arrivo a Bologna. Ma è soprattutto la Roma a pensare che sia l’uomo giusto sulla poltrona giusta. E allora attenzione ad anticipare il finale più scontato. Non è così certo che Luciano Spalletti decida di andarsene. Saranno davvero le prossime settimane, non solo per i risultati del campo ma anche per la conseguente programmazione tecnica, a rendere concreta una scelta o l’altra.

ALTERNATIVA – Di sicuro a Trigoria si sono organizzati per l’eventuale addio. Oltre che Unai Emery, obiettivo molto difficile in balia degli umori del Psg, nel mirino della società è entrato un nome di alto profilo internazionale, per il momento tenuto al riparo dalle indiscrezioni, sondato in prima persona da Franco Baldini. Non è Antonio Conte, che sembra orientato a continuare la sua strada al Chelsea. Potremmo sbizzarrirci con le ipotesi, citando questo o quel fenomeno delle panchine, ma è prematuro. Meglio aspettare, sapendo che restano anche valide l’opzione Montella e l’ipotesi Mancini, mentre per Sampaoli è dura battere la tentazione da ct dell’Argentina.

LA POSIZIONE A – Ma la prima scelta della Roma è ancora Luciano Spalletti, in scadenza di contratto, poco gestibile sotto il profilo caratteriale, non unanimemente apprezzato a Trigoria, eppure difficile da sostituire per le buone competenze di allenatore e per la conoscenza profonda dell’ambiente. Durante la famosa cena di Via Sardegna, conclusa con l’abbraccio immortalato dai fotografi, il presidente Pallotta ha confermato la sua fiducia incondizionata. «Caro LUSIANO, dipende solo da te, noi ti aspettiamo». Del resto è ciò che aveva detto anche ai media, con grande trasparenza, poche ore prima. Su uno Spalletti-ter sono pronti a investire anche Baldini, che anzi ha avuto il compito di convincerlo a recedere dai propositi eversivi, e persino Monchi, che gli ha svelato un’assoluta stima nei suoi confronti.

LA POSIZIONE B – Già ma allora Spalletti cosa chiede per comunicare la risposta definitiva? Dall’Inghilterra ribadiscono che il Tottenham gli abbia offerto un contratto triennale per sostituire Pochettino, un altro degli allenatori monitorati dalla Roma. In Italia qualche intermediario gli ha fatto sapere che diverse società lo stanno tenendo d’occhio. Lui, Spalletti, ritiene invece di avere «il futuro nelle mie mani» lasciandosi aperta ogni porta, compresa quella dell’inattività. Le parole di sostegno pronunciate da Totti prima e da De Rossi poi gli hanno fatto piacere, aiutandolo a pensare che forse il lavoro alla Roma non sia ancora terminato. Non è invece determinante la questione dei titoli («Se non vinco, vado a casa»), come ha spiegato candidamente Edin Dzeko la scorsa settimana. Se rimarrà, come spera Pallotta, Spalletti lo farà per condividere un terzo step del percorso di crescita della società: naturalmente quindi la partecipazione alla Champions League, che ormai passa solo per la difesa del secondo posto, diventa decisiva. Non rappresenterebbe un trofeo ma sarebbe un contributo finanziario e promozionale vitale per la Roma, che ha il bilancio dissestato proprio a causa del preliminare perso ad agosto con il Porto. Sintetizzando: Spalletti andrebbe sicuramente via se arrivasse terzo, perché sentirebbe di aver fallito tutti gli obiettivi e perché capirebbe che le prospettive del club diventerebbero complicate per motivi finanziari. Viceversa con la Champions da giocare, con determinate garanzie tecniche e con possibilità non altrettanto allettanti in tasca, avrebbe almeno tre motivi per rimanere.

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