Gazzetta dello Sport – Come corre Lopez: Zeman stregato, Lamela raggiunto

L’ultimo gol Nicolas Lopez lo aveva segnato il 2 giugno contro il Varese, ridicolizzando il malcapitato che aveva provato a marcarlo, sabato contro il Turnu Severin si è ripetuto, sempre col suo sinistro felpato: stavolta gli avversari messi col sedere a terra dalle sue finte da piccolo fuoriclasse erano due. Altra differenza, ben più significativa: l’uruguaiano sbarcato a dicembre del 2011 trova più spazio in questa stagione che in quella passata, 52′ complessivi nelle ultime due uscite del 2011-12, 90′ (il primo tempo con la Val Pusteria, il secondo coi romeni) nelle prime due di quest’anno. Dato bizzarro, forse senza precedenti: un 18enne che gioca più in prima squadra che in Primavera.

Coniglio goleador Merito di Zdenek Zeman, visto che non è stato certo il mesetto di vacanze a far sbocciare l’enorme talento del ragazzino coi dentoni sporgenti (da cui il soprannome di Conejo, coniglio, come il connazionale Fonseca): segnava anche nella scorsa stagione, come nessuno mai. Più reti che partite. Tesserato a gennaio, in campionato 12 presenze e 15 gol: due anni prima il centravanti Scardina fu capocannoniere della Roma Primavera segnandone 10 (in un campionato intero), nel biennio precedente nessun giallorosso era arrivato in doppia cifra. Contando anche il torneo di Viareggio — mentre nella Coppa Italia (vinta) non ha fatto neanche un minuto — il bilancio di Nico Lopez dice 17 gol in 14 partite. Di cui solamente 5 intere. Politano e Ciciretti, quelli con cui si giocava il posto, ancora non sanno dove giocheranno l’anno prossimo, lui farà la serie A: Alberto De Rossi poneva l’accento sulle inevitabili difficoltà di adattamento di un 18enne che ha cambiato vita e continente, Zeman non si è fatto tutti questi scrupoli, e lo ha buttato dentro subito: il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette.

Velocista Fisicamente sembra ancora un bambino, ma potrebbe essere solo apparenza: nei test atletici Erik Lamela ha battuto ogni record di preparazioni zemaniane sulle ripetute dei mille metri, ma El Conejo è stato il secondo, meglio persino di Taddei, uno che da quando è arrivato era la lepre del gruppo. Anche in campo, Lamela e Lopez occupano la stessa posizione: ala destra, con licenza di rientrare sul mancino, stesso punto di forza, quello dei fuoriclasse, la tecnica in velocità. Lamela è il titolare, Lopez la sua riserva: la gerarchia dovrebbe essere questa. Contro il Turnu Severin la staffetta ha premiato l’uruguaiano, molto più apprezzato dell’argentino, che per Zeman ha un difetto enorme: «Gioca spalle alla porta, inconcepibile per un attaccante».

Che affare Entrambi li ha voluti Walter Sabatini, l’argentino pagandolo bene, l’uruguagio a prezzo di saldo. Il Nacional Montevideo, con cui aveva giocato sei partite in prima squadra (3 gol, e uno scudetto) aveva minacciato denunce a Fifa e magistratura dopo che l’agente, Pablo Betancourt, appena compiuti i 18 anni lo aveva portato in Europa, sapendo che Palermo, Fiorentina e Udinese lo avrebbero preso di corsa. Sabatini, che di Betancourt è amico di vecchia data, ha preceduto tutti, accontentando il Nacional con un milione di dollari, il costo di un buon terzo portiere. «Ha qualità da giocatore, ma deve imparare a stare in campo», ha detto di lui il boemo dopo la prestazione con il Turnu. Una volta che avrà imparato pure quello, potrà diventare uno dei migliori affari della storia della Roma.

Gazzetta dello Sport – Francesco Oddi

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