Lo strapotere bianconero e le speranze giallorosse

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Il Tempo (G.Giubilo) – Grazie Roma. Volano alte, le note di Venditti, da Vinovo all’Olimpico. A Torino, dopo l’allenamento, Allegri e gli juventini hanno atteso davanti al televisore la buona novella, per solennizzare un titolo già saldamente in pugno, ma in attesa dell’ufficialità dopo l’impresa di Firenze. Un avvio da incubo, poi una marcia trionfale che parla di ventiquattro vittorie e un pari nelle ultime venticinque gare. Il quinto scudetto consecutivo fa rivivere, dopo più di ottant’anni,la leggendaria serie di cinque tricolori degli Anni Trenta. Mancano tre giornate alla fine, ma la Juve cannibale non avrà alcuna intenzione di fare sconti alle rivali di turno. Poi ogni attenzione verrà dedicata alla finale di Coppa Italia del 21 maggio all’Olimpico di Roma, un trofeo che il Milan attuale non sembra in grado di contendere alla corazzata di Allegri.

Spontaneo è il coro che saluta il gol di Nainggolan allo scadere, che lancia la Roma a due punti dal Napoli: il secondo posto non è più un miraggio, anche un arrivo in parità promuoverebbe i giallorossi, in vantaggio negli scontri diretti. Un buon primo tempo, all’Olimpico, ma le azioni più pericolose erano state del Napoli, poi alla ribalta nella ripresa, sbattendo contro il muro eretto da Szczesny, alla sua migliore prestazione stagionale. Perso subito Manolas per una manata di Higuain non punita, la Roma si è difesa con coraggio: premiato all’ultimo tuffo dal destro chirurgico del belga. Dieci minuti di Totti, stavolta non ha segnato, al Capitano va il simbolo del portafortuna. Quel posto d’onore avrebbe valore inestimabile. Non sarà un traguardo agevole, ieri è affiorato qualche sintomo di stanchezza, ma intanto i tre punti tengono l’Inter a una distanza siderale: l’Europa maggiore sembra blindata.

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