Lo scacco Di Francesco in cinque mosse

Corriere dello Sport (A.Polverosi) – Eusebio Di Francesco ha vinto il derby in 5 mosse. Cerchiamo di sintetizzarle.
1) LA STRATEGIA – Nei primissimi minuti del derby non sembrava esatta, ma dopo aver preso gol (in fuorigioco, quindi annullato) da Immobile, sulla prima verticalizzazione della Lazio, la Roma ha tolto ai suoi avversari questa loro caratteristica: quando i biancocelesti recuperavano palla, non riuscivano mai a colpire la difesa giallorossa alle spalle. La Lazio ha difficoltà a costruire l’azione partendo dal basso, soprattutto con Bastos che, non a caso, era l’unico difensore laziale lasciato libero dagli attaccanti romanisti al momento del riavvio dell’azione.

2) L’ATTACCO A SINISTRA – Troppo evidente la differenza tecnica della coppia Kolarov-Perotti rispetto a Marusic-Bastos. La Roma su quella fascia ha stravinto il confronto.

3) L’ENERGIA DEGLI INTERNI – Di Francesco ha puntato forte su Strootman e soprattutto sull’onnipresente Nainggolan che, dimenticandosi dell’infortunio, ha sprigionato il meglio di sé di fronte a un avversario spento come Milinkovic, provato dalla lunga trasferta in Oriente con la sua nazionale. Strootman non è stato altrettanto straripante, ma anche lui aveva davanti un giocatore stanco e depresso (dopo l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale) come Parolo.

4) IL DURO LAVORO DI DZEKO – In campionato il centravanti continua a non segnare, ma continua pure a giocare bene. E tanto. Ieri il suo lavoro di sponda è stato prezioso per tutta la squadra. L’allenatore lo ha spedito nei “corpo a corpo” con De Vrij ed ha sempre avuto la meglio.

5) LA DIFESA FINALE A 5 – Per evitare ogni tipo di sorpresa, nel finale Di Francesco ha piazzato Juan Jesus nel cuore della difesa allargandola a cinque, con Bruno Peres a destra e Kolarov a sinistra (passando al 5-4-1). Immaginava che la Lazio (che ha chiuso con il 3-4-1-2) tentasse l’assalto finale con i lanci lunghi. Mossa giusta, anche se la squadra di Inzaghi era incapace di creare qualunque pericolo.

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