Scontri di Liverpool, processo Lombardi aggiornato a lunedì. Mercoledì il verdetto. Il giudice: “Notevoli progressi”

Dopo la prima sessione di ieri, alle ore 12 di oggi è iniziata la seconda seduta del processo a Filippo Lombardi per gli scontri avvenuti ad Anfield prima del match tra Liverpool e Roma dello scorso 24 aprile. Come riferito dal portale inglese liverpoolecho.co.uk, in aula è presente anche il fratello di Cox, Martin.

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Ore 16.23 – L’udienza viene chiusa per quanto riguarda la giornata di oggi e riprenderà lunedì. La sentenza è attesa per mercoledì.

Ore 15.37 – Parla Lombardi: “Non ho mai avuto problemi con la Polizia. Sono andato a sinistra, alcuni tifosi del Liverpool sono diventati aggressivi. Ho visto l’uomo cadere a terra, non ho visto il pugno ma solo la caduta. La situazione è precipitata e sentivo che i tifosi del Liverpool ci avrebbero caricato“. Ha poi aggiunto che ha scagliato la sua cinta contro i tifosi per proteggersi e che i supporter del Liverpool erano armati di bottiglie.

Ore 15.33 – Riprende l’udienza. Si apprende che Filippo Lombardi si è recato a Liverpool con un volo da Monaco, mentre l’imputato N40 è arrivato nel Regno Unito da Zurigo. L’imputato ammette di essersi trovato nell’area di Anfield e si è dichiarato colpevole per i disordini. Nessun precedente per atti simili, identificato dalla polizia italiana dai video fatti dagli altri tifosi.

Ore 13.45 – Vengono mostrate alcune riprese del momento dell’incidente e delle conseguenze. La famiglia di Cox ha lasciato la corte perché non vuole vedere il filmato. Processo in pausa pranzo, si riprenderà alle ore 15:05.

Ore 13.35 – Martin Cox ha descritto le condizioni mediche di suo fratello Sean: “Non può parlare, sussurra solamente. Recentemente è stato trasferito al National Rehabilitation Hospital di Dun Laoghaire. Mio fratello non è in grado di stare seduto senza l’aiuto di qualcuno. Può muoversi leggermente, ma deve essere aiutato se vuole muoversi un po’ di più. Ricordo che abbiamo sentito dei rumori, non dei buoni rumori. Abbiamo solo intuito che c’era qualcosa che non andava. A quel punto è arrivato un gruppo di gente che cantava, indossavano abiti scuri. Il gruppo stava cantando in modo aggressivo. Mi sono rivolto a Sean come per dire ‘Andiamocene da qui’ o qualsiasi altra cosa, ma quando mi sono girato Sean era a terra. Non ho visto cosa aveva causato la caduta. Mi sono bloccato per un secondo, ero in completo shock. Il mio istinto mi ha detto di andare direttamente da Sean per vedere se stava bene. Mi sono chinato verso Sean e, mentre ero curvo su di lui, ho sentito un calcio sulla schiena e ho perso un po’ l’equilibrio, sono inciampato, ma non ho alzato lo sguardo, ho pensato a coprire Sean”.

Ore 13.30 Il giudice afferma di aver fatto “notevoli progressi” e che un processo di 10 giorni è stato ridotto a 2 giorni. La difesa parlerà lunedì, mentre martedì non ci sarà alcuna seduta. Già mercoledì la giuria potrebbe esprimersi.

Ore 13.30 – Parla un altro testimone, Chris Bailey, abbonato da 20 anni ad Anfield: “Ho guidato fino allo stadio. Era una serata piovosa, erano tutti vestiti con abiti scuri. Alcuni con le felpe con cappuccio, alcuni con gli zaini. Mi sono seduto in macchina per 10 minuti e ho aspettato che si calmasse la pioggia. Era lo stesso percorso che avevo fatto centinaia di volte. Ho notato lo stesso gruppo di sostenitori, 15 metri più avanti di me, ho continuato a camminare, poi quando ho raggiunto lo svincolo ero accanto a loro, li avevo raggiunti. Erano molto silenziosi . E’ successo tutto molto velocemente, non appena hanno raggiunto l’incrocio hanno iniziato a cantare compatti. Sembrava essere qualcosa di coreografico. La gente si è resa conto che mostravano delle armi in mostra e che questo gruppo cercava guai. Ho visto la cintura con cui Cox è stato colpito. Inizialmente ho pensato che fosse una paletta. Sono andato dietro a Cox. Seguivo la scena da lontano, a quel punto uno dei membri del gruppo si è avvicinato al signor Cox e ha tirato fuori un’arma, colpendolo con una forza incredibile. Sembrava giovane, non più vecchio di 30 anni. Indossava abiti scuri, non aveva un cappuccio. E’ stato come un domino… Cox è stato colpito molto, molto duramente sulla parte laterale della sua faccia ed è semplicemente crollato come se fosse già incosciente e poi la sua testa è sbattuta a terra. Era una cosa disgustosa da vedere. C’era una signora che è stata molto coraggiosa a vegliare su di lui e ad aiutarlo. Non c’era nient’altro che potessi fare e quindi sono entrato nello stadio”.

Ore 13.00 – Riprende il processo e Natalie Kirk viene chiamata come testimone: “Ho sentito dei cori che venivano da dietro di noi, eravamo all’Albert Pub. Ci siamo voltati e abbiamo capito che erano cori in italiano. Erano abbastanza aggressivi, il tutto ha attirato la mia attenzione e mi sono voltata con apprensione. Dal parco del pub è uscito un gruppo di 30 persone con jeans e giacche per la pioggia, tutti scuri. Camminavano all’unisono, avevano una destinazione in testa. Ero in apprensione, un po’ nervosa. Sono rimasta un po’ sorpresa. Mi sono fermata e ho guardato, cercando di anticipare quello che sarebbe successo. Davanti a noi stava arrivando Sean, che era in uno stato d’animo allegro e gioviale. Lui camminava verso quella direzione. Alcuni di questi tifosi italiani hanno interrotto il loro cammino e si sono avvicinati all’Albert Pub. A quel punto ho assistito alla scena in cui qualcuno colpiva con un pugno il signor Cox. C’era poi un altro individuo lì, si era sporto in avanti per dare un calcio all’individuo che si stava sincerando delle condizioni del signor Cox. Ero a circa 5 metri di distanza. La descrizione del pugno? Ho visto questa persona avvicinarsi a lui e poi ho visto il suo braccio andare verso l’alto. A quel punto ho sentito qualcuno dire ‘uno dei nostri è a terra’, si è poi scatenata una marea di tifosi del Liverpool verso gli italiani. Ho visto il signor Cox cadere per terra e poi ho visto Martin Cox chinarsi su di lui, poi qualcuno ha aggredito Martin Cox. Qualcuno lo ha preso a calci nel caos generale”.

Ore 12.25 – Al termine della testimonianza il giudice ringrazia Josefson per essere venuto a testimoniare dalla Norvegia. Adesso c’è una pausa.

Ore 12.20 – A Josefson viene domandato se Cox abbia provocato qualcuno prima dell’attacco, questa la sua risposta: “No, per niente. Era in piedi e guardava verso i tifosi della Roma. Ero scioccato che fosse stato colpito, perché non aveva fatto nulla”.

Ore 12.05 – Il testimone racconta che ha visto Sean Cox per la prima volta mentre cadeva a terra e che ha visto Cox essere colpito con una cintura nella parte posteriore della testa. “E’ stato un suono orribile”, il racconto. Al contrario di quanto raccolto in precedenza il norvegese non ricorda che Cox sia stato colpito in faccia.

Ore 12.00 – Il primo ad essere ascoltato nel secondo giorno di processo è Martin Cox. Il fratello di Sean ha descritto i momenti precedenti ai disordini che hanno poi portato al grave ferimento. Subito dopo è il turno di Tommy Josefson, un tifoso del Liverpool di origini norvegesi presente sulla scena. Il testimone racconta che ha visto Sean Cox per la prima volta mentre cadeva a terra.

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