Lippie ai saluti con la Roma: “Abbiamo dovuto portare tutto nel ventunesimo secolo. La notte col Barcellona è stata surreale. Sarò un consulente”

 

Oltre al mercato che riguarda i calciatori, anche tra lo staff è previsto un via vai nei mesi estivi. I preparatori Norman e Lippie saluteranno infatti la Capitale dopo tre stagioni dedite al lavoro atletico della Roma. Quest’ultimo ha rilasciato a tal proposito un’intervista al Daily Hampshire Gazette. Di seguito le sue parole:

Raccontaci la tua storia professionale con la Roma…
All’inizio lavoravo per la Raptor, poi ad un certo punto Pallotta ha chiesto a me e a Bryan Doo di supervisionare il lavoro dello staff atletico per trovare eventuali falle. E così è stato: i risultati non furono buoni, quei metodo non portavano vantaggi alla squadra. All’inizio i progressi sono stati lenti, non lavoravo in maniera fissa a Roma. Io e Norman abbiamo dovuto portare Trigoria nel ventunesimo secolo. Abbiamo dovuto convincere i giocatori che avrebbero fatto cose utili per le loro prestazioni. Devi spiegare cosa fai. Quando sei con una squadra e fai parte dello staff, è una mentalità completamente diversa. Il mio italiano è abbastanza buono per comunicare quello di cui ho bisogno ai giocatori nel contesto dell’allenamento, ma non è abbastanza buono per avere conversazioni con i miei colleghi italiani su questioni delicate.

Con che giocatore ha legato di più?
Salah è uno dei giocatori a cui ero più vicino, ho speso molto tempo ed energie per aiutarlo a raggiungere il massimo del suo potenziale nei due anni che è stato con noi. E’ una delle migliori persone con cui abbia mai lavorato.

La notte di Roma-Barcellona?
E’ stato un momento surreale, non ci potevi credere che fosse successo. I 13-14 minuti successivi sono stati tra i più lunghi della mia vita. Stavi ancora giocando con una delle migliori squadre al mondo. Sono stato nel mondo dello sport per tanto tempo, ma quella è stata la serata più importante che ho mai avuto. E’ stata quella sensazione dei bambini che scoprono il calcio e non possono più restare con il football americano, e sono quasi imbarazzato ad ammetterlo ora. Personalmente, pensavo che il football fosse di gran lunga lo sport migliore, ma mi sono ricreduto.

L’esperienza a Roma?
Esperienza straordinaria. È qualcosa di cui sono orgoglioso e di cui voglio continuare a far parte. Manterrò il ruolo di consulente. E’ stata una grande esperienza per me e la mia famiglia. E’ il momento giusto per tornare a casa, ma non è facile.

Queste le parole di Alex Zecca, braccio destro di Pallotta, sull’addio di Lippie:

Prima che lui arrivasse eravamo molto arretrati come metodi. Gli standard delle performance che avevamo in America erano stati molto più alti di quelli che avevo visto a Roma. Ora da una parte sono triste che Ed stia lasciando Roma, ma sono felice di riportarlo a Boston. Ho preso un po’ di peso senza di lui“.

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