L’inchino di Spalletti: «Loro più forti in tutto»

TuttoSport (S.Carina) – Ci voleva forse un allenatore con le valigie pronte per rendere merito alla Juventus, prossima a vincere il suo sesto scudetto consecutivo e giunta alla seconda finale di Champions nell’ultimo triennio. E così Luciano Spalletti, alla vigilia del match con i bianconeri, decisivo soprattutto in ottica secondo posto, plaude la società torinese: «Mi sembra che quest’anno la Juventus abbia fatto vedere di trovarsi sempre dove aveva programmato di essere. Senza mai intoppi, ritardi… Un progetto a stadi di avanzamento, in maniera netta. È difficile identificare qualcosa per stare al loro passo. In alcuni momenti, poteva fare anche di più e si è permessa di gestire alcune situazioni. Per il momento la distanza c’è, ma la Roma ha lavorato nella maniera giusta. Non c’è riuscita, probabilmente per colpa dell’allenatore che ha perso qualche partita di troppo. C’è da dare seguito a un modo di lavorare serio ed importante con delle scelte, a volte difficili e dolorose, per avere la possibilità di migliorare. Anche se poi, non ti permetterà di arrivare a quel livello lì. Al di là dei soldi, che non considero di primaria importanza». Chissà se la prospettiva di allenare l’Inter di Suning possa fargli cambiare idea. Quello che è certo è che quando gli viene indicata la possibilità di tornare a lavorare con Sabatini, non si tira indietro: «Ho avuto dei punti di vista contrari, ma su tante cose eravamo d’accordo. Rimane un dirigente importante, per cui se ci fosse la possibilità, perché non farlo?».

STILETTATE – Dopo aver elargito elogi e complimenti anche per Antonio ConteSi parla tanto di scuola italiana e io i meriti me li prendo pure ma la realtà è che è stato bravo lui. Soltanto merito suo, parla di calcio, ha cambiato modulo e gli vanno solo dati i meriti, vincere la Premier è un coronamento di una carriera»), arriva la stoccata per il politico Matteo Salvini che lo aveva criticato aspramente in settimana per non aver concesso a Francesco Totti la passarella a San Siro: «Le sue parole? Meno male che è contro di me, sarebbe stato un problema il contrario – replica sbirciando gli appunti -. Io vorrei avere dalla mia parte uno come Marc Tarabella (politico belga che ha definito Salvini “fannullone” nel 2014, ndc)». Su Totti, poi, conferma di avere il nervo scoperto: «Lo stadio esaurito per la sua ultima partita? Mi fa piacere, se poi volete alludere ad altro, non so… Se volete, però, possiamo prendere il dizionario e andiamo a cercare alcune parole. Alla voce allenatore, c’è scritto “quello che allena e che può scegliere la formazione per la vittoria”. A capitano, invece, “colui che indica il comportamento ai compagni da avere dentro lo spogliatoio”. Non sono io a dirlo, è il dizionario della lingua italiana». A naso, sembra l’ennesima stoccata. Ma forse, ci sbagliamo. Meno dubbi, quando gli riportano le parole di Sarri che si lamenta per non giocare in contemporanea con la Roma: «Ha ragione, sarebbe giusto giocare allo stesso orario. Ma sempre. Quindi sia stavolta che la scorsa settimana».

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