L’incapacità di vincere le gare brutte

atalanta-roma-el shaarawy kessie

Il Tempo (Nati il 7 giugno) – Niente da fare. Sarà opportuno farsene una ragione. La Roma sa vincere una partita solo quando la domina; quando mette alle corde l’avversario di turno per tutti i novanta minuti. Non sa vincere una partita sporca e quando cede il controllo della gara, inevitabilmente, al massimo strappa un pareggio. Da Bergamo si torna con la consapevolezza matematica che il Campionato, per la lotta al titolo, non è mai cominciato, partecipandovi una sola squadra. Certo, pur riconoscendo i meriti agli avversari ed in particolare ai giovani Gargliardini e Kessie – molto meno celebrati di Locatelli, guarda caso -, se Gianluca Rocchi da Firenze avesse estratto il cartellino rosso a Toloi, come il regolamento gli imponeva, staremmo parlando di altro. Con il fischietto toscano, però, la Roma ha numeri da squadra in lotta per la retrocessione; sarà un caso, ma il ricordo del 5 ottobre con lui riemerge sempre. A proposito degli incidenti di Bergamo e della condanna mediatica univocamente rivolta al tifo romanista, mi è stata data un’informazione che, certamente, non corrisponde al vero. Parrebbe che un alto dirigente della Polizia abbia presentato un esposto all’Ordine ed al Consiglio Nazionale Forense, nei confronti di un Avvocato, difensore di molti tifosi. Qualcuno mi dica che mi hanno mentito, perché il mio rispetto per le Istituzioni non potrebbe sopportare un colpo del genere alla mia veneranda età.

P.S. Sabato della scorsa settimana ci ha lasciato Massimo Fabbrizi, figlio del grande Aldo. Artista poliedrico, autore di oltre 5000 sonetti, molti dei quali dedicati alla Maggica. Un romanista vero, perfettamente a conoscenza del fatto che Stephan El Shaarawy sia nato e cresciuto in Italia, non in Egitto.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti