Lille non piace, Gerson ha ripreso la strada di Trigoria

Il Messaggero (S.Carina) – Doveva essere una formalità. Nella giornata di lunedì Roma e Lille trovano l’accordo per Gerson: 5 milioni per il prestito e riscatto dopo 18 mesi fissato a 13 milioni, legato ad un numero esiguo di presenze. Firme sui contratti da parte dei due club, manca quella del calciatore che parte per sostenere le visite mediche con la società francese. Mai dire mai però quando c’è di mezzo Gerson e papà Marcao, che già lo scorso anno avevano rifiutato il trasferimento al Frosinone. Trascorre tutta la giornata e nel tardo pomeriggio arrivano le prime avvisaglie che qualcosa non sta andando come dovrebbe. La versione ufficiale è che i documenti sono in ritardo. Massara è a Milano, impegnato in una riunione-fiume con il Sassuolo tentando l’ultimo tentativo, poi divenuto vano, per portare a Roma Defrel (e Pellegrini). Con i 5 milioni del prestito a Trigoria vogliono infatti chiudere un’ultima operazione in entrata. Il discorso viene rimandato al giorno dopo.

LA TELEFONATA – Ieri a metà mattinata arriva la telefonata spartiacque dove Gerson spiega al ds che il problema è che la città francese non è come se l’aspettava. Una versione che può far sorridere (in Francia sostengono che il voltafaccia sia legato invece a un mancato accordo economico tra le parti) chi ritiene che un calciatore debba essere un professionista e dunque adeguarsi a qualsiasi destinazione. Non va dimenticato però che si sta parlando di un ventenne abituato ad una metropoli sudamericana come Rio de Janeiro: già Roma paradossalmente può sembrargli una città piccola. Figuriamoci Lille che con le sue 200 mila anime non arriva alla metà degli abitanti del quartiere di Copacabana. Tra l’altro con una temperatura sicuramente diversa. Quale sia la reale motivazione, il risultato è che Gerson ringrazia, rimanda al mittente l’ultimo tentativo del club francese e torna a Roma. Per la società giallorossa è un inatteso colpo basso ma il ragazzo viene convocato per la gara col Cesena. Chissà, al netto delle rassicurazioni di Spalletti, quale potrà essere lo stato d’animo e il futuro prossimo, essendo ormai consapevole che a Trigoria – vista la formula dell’operazione – ritengono sbagliato l’investimento effettuato per il suo cartellino.

SECK SE NE VA – A tal proposito, ha sorpreso non poco che nonostante gli ultimi due anni di anonimato ci fosse un club disposto a pagare 18 milioni pur di accaparrarselo. E a sorprendere, se possibile, ancor di più è che a farlo potesse essere il Lille. In realtà la società francese ha da poco trovato un nuovo proprietario: si tratta di Gerard Lopez, classe 1971, ex boss del team di Formula Uno della Lotus e cofondatore del Mangrove Capital Partners, una società d’investimenti. Un nome che non è nuovo se accostato a Gerson. All’epoca dell’acquisizione dal Fluminense, il gruppo Mangrove deteneva infatti il 22,5% del cartellino del calciatore. Telenovela Gerson a parte, dopo l’ennesimo doppio no del Sassuolo, la giornata di ieri si è conclusa con il trasferimento di Seck in prestito al Carpi.

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