L’esultanza del Grande Accusatore «L’ho fatto per il bene del calcio»

++ Calcio: Iodice, da Lotito minacce a me e ad altri ++

Il Tempo (S. Pieretti) – Il grande accusatore contro il grande tessitore. La bagarre tra il direttore generale dell’Ischia Pino Iodice e il presidente della Salernitana Claudio Lotito, da cui nasce l’inchiesta della Procura di Napoli, esplode il 13 febbraio scorso con la pubblicazione della telefonata. Iodice è un dirigente esasperato, Lotito non è solo il presidente della Lazio. O della Salernitana. È anche il consigliere federale con delega alle riforme, «un consigliere speciale», l’uomo che ha spianato la strada a Tavecchio garantendogli il successo nelle turbolente elezioni presidenziali. Lo scontro tra i due è sul presidente Mario Macalli che Lotito protegge oltre ogni ragionevole dubbio e che mezza Lega Pro vorrebbe a casa. E allora – dopo l’Assemblea dell’ex serie C in cui non viene approvato il bilancio del 2014 – Lotito prova a ricompattare il fronte a favore del presidente Mario Macalli. Ma non sempre trova terreno fertile.

Iodice diffonde l’audio di una telefonata con il presidente della Lazio (ne consegnerà altre alla Procura di Napoli, ndc) nella quale Lotito parla del suo programma per rimettere in sesto la Lega Pro. «Se non troviamo un accordo non si farà mai». Nella stessa telefonata Lotito esprime pesanti perplessità sulla promozione in serie A di Carpi, Frosinone, Latina. «Ho detto ad Abodi (presidente Lega di serie B, ndr): se me porti su il Carpi…se me porti squadre che non valgono un c… noi tra due o tre anni non c’abbiamo più una lira. Se c’abbiamo Frosinone, Latina, chi li compra i diritti?». La registrazione di Lotito suscita immediatamente forti polemiche. L’intervento dell’allora sottosegretario alla presidenza Delrio è deciso: «Mi auspico un cambiamento nel calcio». Il presidente del Coni Giovanni Malagò parla di «parole incaute che rischiano di gettare discredito sul mondo del calcio».

Ma la condanna è unanime. «Toni e contenuto della telefonata sono da censurare – ammette il presidente federale Tavecchio – così come le modalità con cui è stata realizzata». Fuoco amico, che è tornato a colpire anche ieri. «Stanno perquisendo il mio ufficio in Figc? Io non ho mai avuto nemmeno un gabinetto in Figc – dichiara il presidente della Lega Pro Mario Macalli – non so nulla. Lotito indagato? Chiedetelo a lui non a me». Gli amici si dovrebbero vedere nel momento del bisogno.

Iodice e Lotito, invece, non sono mai stati amici. «Io artefice dell’indagine? L’ho fatto solo per dovere di giustizia e per il bene del calcio. La Lega Pro esprime un 17% nell’elezione del presidente federale – sottolinea il direttore generale dell’Ischia – il presidente Lotito intendeva, come intende, tenere sotto controllo i voti di Lega Pro per garantire un significativo supporto al presidente federale Tavecchio. Ha fatto pressione perché la linea dei club di Lega Pro fosse favorevole a Tavecchio e Macalli, perché rimanesse in piedi questa governance. Le pressioni nei miei confronti e di altri tesserati sono state solo l’epilogo, credo che ci saranno sviluppi molto seri. Quando si è dovuto votare il bilancio di Lega Pro sono state fatte pressioni su alcuni tesserati perché sostenessero la linea del presidente Macalli. A me, al nostro amministratore, ad altri dirigenti. Minacciando in caso contrario di non far affluire contributi alle società di Lega Pro».

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