L’Egitto di Salah fa festa: finale. Il Burkina piange dopo i rigori

La Gazzetta Dello Sport (A.Seu) – Il sinistro di Salah e le mani di El Hadary spediscono l’Egitto di Hector Cuper a un passo dal paradiso. A fare festa nell’interminabile serata di Libreville, dove c’era in palio il primo pass per la finale di domenica sera, sono infatti i Faraoni al termine di una battaglia di 120’ decisa dalle parate del 44enne portiere egiziano, eroe per un popolo reduce da tre anni di flop e delusioni. Gran parte del merito va anche a Cuper, che ha avuto ragione puntando sul solito catenaccio e, soprattutto, riesumando il buon El Hadary dopo due anni di “esilio” dalla nazionale. Dentro alla prima giornata a causa del doppio infortunio ai due portieri titolari, l’attuale portiere del Wadi Degla ha fatto fruttare l’esperienza di sette coppe d’Africa sulle spalle, di cui 4 vinte, fino a trascinare i “Faraoni” a quella finale (l’ottava), che mancava dal 2010.

PULLMAN VINCENTE – Chiaro sin dalle prima battute il disegno tattico di Cuper: squadra chiusa a riccio, baricentro basso, palla all’avversario e rapido contropiede grazie alla velocità di Salah, che però sbatte sistematicamente su Coulibaly senza riuscire a trovare il varco giusto per guadagnare la profondità, nemmeno quando dopo mezz’ora viene dirottato al centro.

INCOSCIENZA KOFFI – Il solo a regalare qualche lampo nel pallido primo tempo egiziano è Hassan, alias “Trézéguet”, che sfiora il vantaggio al 25’ con un destro a giro fuori di pochi centimetri. Per il resto tanto Burkina Faso, padrone del centrocampo con il 28enne Kaboré (il migliore in campo) e costantemente proiettato verso la porta difesa dal veterano El Hadary, preso di mira per ben nove volte prima del riposo e ripetutamente decisivo, a partire dal colpo di reni che evita ai suoi il ko al 93’. L’invenzione di Salah a metà ripresa, primo lampo di una serata opaca per il giallorosso, arriva all’improvviso illudendo l’Egitto di poter gestire il vantaggio con le solite barricate. A spezzare l’inviolabilità di El Hadary è però Bancé, complice un errore in marcatura di Hegazi. Il portiere egiziano non può nulla sul 32enne attaccante nurkinabé, ma da quel momento chiude la porta a doppia mandata e trascina i suoi verso la felice serie di rigori finali. Lì, a dargli una mano ci pensa l’incoscienza del giovane collega Koffi (che sbaglia). Il vero capolavoro arriva però su Bertrand Traoré, che El Hadary riesce a ipnotizzare all’ultimo tiro regalando il secondo successo all’Egitto dopo la semifinale vinta nel 1998 proprio in casa del Burkina Faso (ed El Hadary c’era anche allora). Un tripudio per l’Egitto e un premio al catenaccio di Hector Cuper, che domenica sera avrà l’opportunità di provare quantomeno a mitigare la fama di perdente guadagnatasi dopo la bellezza di 4 finali perse più due titoli sfumati in volata.

SALAH-GOL, QUANTO BASTA – A due facce la serata di Salah, svegliatosi solo dopo un’ora di gioco, ma evidentemente penalizzato dall’atteggiamento arrendevole del 4­-2-­3-­1 di Cuper diventato presto una sorta di 4­-5-­1. Il giallorosso non è mai riuscito a trovare lo spazio per bucare con le sue classiche accelerazioni, ma si è fatto trovare al momento giusto nel posto giusto, firmando un gol (il secondo nel torneo) alla fine risultato decisivo. Che, in fondo, è esattamente quanto Cuper si aspetta da lui. Anche domenica sera.

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