L’editoriale di Costanzo: “Io insisto, mejo a Roma squadra e città”

Corriere dello Sport (M. Costanzo) – Interrogativi estivi. Mi chiedo, infatti, cosa pensino gli allenatori, da Allegri, a Spalletti, a Gattuso, a Conte, di Mourinho? Credo che ne pensino bene, perché la fama di Mourinho è da tempo europea, se non oltre. Devo dirvi che passa il tempo, leggo dei suoi comportamenti e più il carattere di “Special One” mi piace.

Non so perché – e spero che qualcuno me lo voglia raccontare – Zaniolo è stato chiamato “il predestinato”. Forse per “il predestinato” si intende Tommaso, il figlio che ha avuto Zaniolo e che quindi dovrebbe essere calciatore anche lui. Mi sembra un po’ esagerato, anche per rispetto verso questa creatura che ha poche settimane di vita e non può sentirsi obbligato sin da ora a fare il mestiere del papà.

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Parlando di recente in una emittente romana che si occupa, appunto, della Roma, mi è stato domanda se quanto avevo scritto sul “Corriere dello Sport” “mejo a Roma” aveva ancora senso. Ho risposto che ne ha sempre di più, in quanto è mejo a Roma come squadra ed è mejo a Roma come città.

Sono stanco di ripeterlo, ma se il destino ha voluto che, duemila anni fa, a Roma si costruisse il Colosseo, una ragione ci sarà. Perché il Colosseo non c’è a Torino? Non c’è a Trieste? Non c’è a Milano? Quindi, ribadisco il concetto: mejo a Roma oppure mejo Roma. Mi piacerebbe che crescesse il numero delle donne che vanno allo stadio a vedere la partita. Insomma, delle tifose. Se fossimo un po’ meno assillati dal Covid, si potrebbe creare un corso sulla più bella romana che va allo stadio.

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