L’ecologista: «Ecco perché l’opera ha un cuore verde»

Corriere dello Sport (M.Evangelisti) – Roberto Della Seta è stato a lungo presidente di Legambiente, poi costituente del Pd, senatore (non sempre allineato) del partito, quindi tra i fondatori di Green Italia. Fa da consulente per le tematiche ambientali nell’iniziativa del nuovo stadio della Roma. Bene, allora: perché lui sta da una parte e altre voci verdi, come Italia Nostra, sul versante di chi al progetto si oppone? Lo spiega: «C’è chi non vede di buon occhio alcun grande intervento, specialmente se promosso da privati. Io la penso in modo differente. Per prima cosa Roma sta diventando una città sempre più slabbrata, sviluppandosi soprattutto al di fuori del Raccordo Anulare. Con conseguenze negative dal punto di vista del consumo di suolo e della mobilità. L’area di Tor di Valle è una delle poche all’interno dell’anello in cui si possa realizzare un’opera del genere. Una zona da rilanciare che sorge accanto a un quartiere popoloso come il Torrino. Una zona, infine, che dal punto di vista idrogeologico è a rischio moderato, pari a quello, per dire, di parte del quartiere Flaminio. La piccola zona R4, dall’altra parte della Via Ostiense, viene messa in sicurezza proprio a spese dei proponenti». Non è tutto. «Secondo, Roma ha le periferie più brutte d’Europa. Quest’opera prevede un parco progettato da Andrea Kipar e tre torri di Daniel Libeskind, architetti di fama mondiale che danno la massima garanzia. Terzo, con lo stadio di Bilbao quello della Roma sarà l’unico in Europa ad avere la certificazione Leed, una sicurezza per gli standard ecologici. Copertura fotovoltaica, impianto a basso consumo energetico. Da questo punto di vista, un deciso passo avanti».

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