Le ragioni dell’uomo di Certaldo

Il Tempo (Nati il 7 Giugno) – Sono un ormai non più guaribile sentimentale, ne sono consapevole, ma nessuno riuscirà a convincermi che io non debba guardare al Genoa con estrema simpatia. A parte la bellezza della città, non potrò mai dimenticare il pianto irrefrenabile dell’8 maggio 1983, né i tanti ex rossoblù che sono venuti a rinforzare la maggica; in particolare, porto sempre con me l’emozione che provo ogni volta che percorro Via del Campo, nel ricordo del più grande poeta, compositore, interprete e cantore degli ultimi e dei diseredati, genio assoluto degli ultimi sessant’anni, innamorato del Genoa e di Genova. Domani saranno passati 18 anni dal suo addio, ma la sua musica rimarrà immortale.

Ricordo l’immenso Faber, perché è sempre più difficile parlare di calcio a Roma. Ormai ogni occasione è buona per spargere odio contro Trigoria. Si è cominciato con la definizione di straccioni, per passare ai falsi grossolani di pizzini prefabbricati da illustri conduttori e giornalisti, ai soprannomi inventati, agli SMS in cui si invitava il Presidente a non ingaggiare l’uomo di Certaldo, alle accuse di incompetenza rivolte a chiunque rivestisse una carica, alle bocciature preventive di calciatori, sol perché acquistati da un Direttore Sportivo che non dava anticipazioni; per non voler parlare di titoli sparati a tutta pagina o di dichiarazioni radiofoniche, rivelatesi autentici boomerang per gli autori, condite spesso da notizie talmente false, da dover essere seppellite quasi nell’immediatezza.

Non sono un giornalista, anche se un pezzo di questa rubrica l’ho dettato mentre combattevo con la morte, ma ho ancora ottima memoria. Ricordo chi c’era nelle intercettazioni di calciopoli, chi segnalava gli articoli del compagno di scrivania, chi chiedeva favori, chi si vantava di avere l’esclusiva radiofonica di eventi; ricordo chi fosse il Presidente che, anticipando le ipotesi della Procura di Napoli, definì l’andazzo un’associazione a delinquere, ma anche quale altro Presidente cercò di assumere un certo Direttore Generale e un certo Direttore Sportivo. Ricordo chi faceva parte del salotto buono e chi ne era escluso. Della meravigliosa vittoria di Genoa non c’è la possibilità di parlare. Il «piccolo uomo» ha forse torto nella forma, ma nella sostanza ha ragione da vendere.

P.S. Esattamente quarant’anni fa nasceva il CUCS. È stato grazie a quei ragazzi se, pur vincendo poco, certamente meno di quanto meritassimo, ci siamo sentiti orgogliosi dei nostri colori.

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