Le 12 fatiche di Mourinho

Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – Non saranno le imprese di Eracle (Ercole nella mitologia romana), ma le dodici fatiche di Mourinho non sono certo una passeggiata. Anzi, sono sfi de che il tecnico dovrà superare per costruire una Roma alla sua altezza.

Alcuni giocatori si sono fermati alla vittoria di Tirana, non sono cresciuti nelle prestazioni e sotto l’aspetto caratteriale ma, anzi, hanno avuto una preoccupante involuzione che è pesata nei risultati stagionali. Mou non ha nascosto ai giocatori (da Karsdorp ad Abraham, da Zaniolo a Zalewski) la sua delusione, e pretende di più dagli altri (come Celik, ma anche Belotti, El Shaarawy e Spinazzola). Il compito in questa sosta è recuperare i giocatori e riaverli al 100% per la ripresa del campionato.

La speranza del tecnico è che si riducano i problemi fisici. Perché a penalizzare questo avvio di stagione sono stati anche (se non soprattutto) gli infortuni. A cominciare da quello di Wijnaldum, poi Zaniolo, El Shaarawy, Kumbulla, Karsdorp, Celik, Spinazzola, Zalewski, Pellegrini. E naturalmente Paulo Dybala. Fuori nove partite, e la Roma è cambiata. Anzi, si è involuta. Tra infortuni muscolari e di natura traumatica Mourinho non ha mai avuto a disposizione l’undici ideale che aveva immaginato durante la preparazione estiva.

È Wijnaldum l’asso nella manica che potrebbe far cambiare marcia alla Roma. Peccato che la carta ancora non sia la prima del mazzo. La scelta di trattare la frattura della tibia con la terapia conservativa non si è rivelata la migliore e il giocatore non è ancora vicino al rientro. Non potrà essere a disposizione per la ripresa del campionato. Mourinho spera di averlo (gradualmente) a febbraio.

Il tecnico deve lavorare con quello che ha a disposizione. Dopo Solbakken, difficilmente ci saranno nuove entrate nel mercato invernale. Tutto dipenderà dalla situazione Karsdorp, ma in quel caso ci sarà solamente uno cambio di esterni.

Di certo un esterno arriverà e sarà il sostituto di Karsdorp. Mourinho è ancora furioso con lui. Il tecnico non transige sugli atteggiamenti, vuole risolvere al più presto questa grana,  e non trovarlo più a Trigoria per la ripresa del campionato.

Il lato positivo del viaggio in Asia potrebbe essere solo questo, non avere vicino l’olandese. Battute a parte, il tecnico ha accettato la tournée in Giappone solo per il bene della Roma. Per la sua crescita e un futuro finanziario migliore. Perché lo Special One avrebbe decisamente fatto a meno di volare dall’altra parte del mondo con lo stress del fuso orario, gli allenamenti decisamente meno strutturati rispetto a quelli di Trigoria e due amichevoli che in questo momento non possono aiutare né dal punto di vista fisico né psicologico. La squadra rientrata dal Giappone godrà di dieci giorni di pausa. Quindi tra la settimana di vacanza, poi quella in Asia e i dieci giorni di stop, gli allenamenti veri e propri sono stati davvero pochi. Mou avrebbe preferito rimanere a Trigoria.

Anche perché il lavoro non manca. Soprattutto per quanto riguarda l’attacco. Abraham, Belotti, Zaniolo, El Shaarawy, Shomurodov: dieci gol totali in cinque attaccanti. Dodici gol nelle ultime dieci gare. Poco? Pochissimo. Mourinho sta cercando di far sbloccare i suoi giocatori offensivi, perché senza Dybala la Roma non riesce a tirare in porta.Il tecnico dovrà trovare la soluzione per gennaio, quando la Roma affronterà tre sfide decisive per la corsa al quarto posto: Milan, Fiorentina e Napoli nel giro di venti giorni.

Certo, giocare con la Joya darebbe più chance alla Roma di vincere. Ecco perché ogni partita dell’Argentina al Mondiale viene studiata con grande attenzione da Mou e il suo staff . Fin qui hanno potuto tirare un sospiro di sollievo per le due panchine del giocatore. Ma di partita in partita, l’ansia non svanisce.

Dybala importante non solo per la Serie A, ma anche per l’Europa League. Due partite in più del previsto per Mourinho, che dovrà fare i conti con il Salisburgo per accedere alla fase finale del torneo. I passi falsi nel girone hanno compromesso il cammino europeo, adesso il tecnico dovrà preparare altre due partite che inizialmente non erano nei piani.

Per questo ha inserito dei giovani nella prima squadra, per questo ne aggiungerà altri (Tahirovic in primis) per sopperire all’assenza degli acquisti nel mercato invernale. Ma anche lo sviluppo dei giovani nella squadra dei grandi ha le sue difficoltà. Mou si è lamentato più volte del livello basso del campionato Primavera, qualche giorno fa la squadra di Guidi ha preso sei gol dal Real Madrid in amichevole. La Roma ha un ottimo settore giovanile, ma il campionato in cui gioca non è allenante. Per questo lavorare su un ragazzo in prima squadra è ancora più faticoso.

Infine, i progetti futuri. Che sono da programmare già da adesso. L’ultima fatica di José è quella legata alle strategie della prossima stagione. Quindi capire i piani del club tra acquisti, cessioni e rinnovi.

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