Lavicka: “Schick è un nove, dategli la maglia del totem Dzeko”

Se c’è un giocatore che più degli altri simboleggia l’incompiutezza della Roma, quello è Patrik Schick. In città è già partito il processo, ma chi lo conosce bene suggerisce di non correre con i giudizi. Vitezslav Lavicka, ct dell’Under 21 della Repubblica Ceca. Le sue parole al quotidiano La Repubblica:

Eppure, Lavicka, Schick a Roma è criticato: per molti, manca di personalità?
Patrik? Non credo proprio. E’ uno dei ragazzi più intelligenti che abbia conosciuto e uno che durante la settimana lavora duro, come un matto. Quando arrivò nello spogliatoio dello Sparta era un ragazzino, aveva intorno gente molto più esperta. Magari poteva sembrare timido. Ma ci sorprese tutti con la sua qualità.

Sorprese anche lei…
Vi racconto un aneddoto: allo Sparta lo feci esordire nei 15 minuti finali di una partita, mi pare di coppa. “Gioca facile”, gli dissi. Invece lui appena prese il pallone fece cose incredibili. Numeri, giochini di prestigio, anche la “ruleta” alla Zidane (quel dribbling per cui si sposta il pallone prima con un piede e poi con l’altro girando su se stessi, ndr). Lo stadio rimase a bocca aperta, io ero totalmente impressionato.

Allora magari è una questione di posizione in campo: secondo lei qual è il suo ruolo ideale?
Facile: Patrik è un numero nove perfetto. A essere sincero credo possa giocare benissimo anche da numero dieci, dietro un’altra punta. E persino da ala destra, perché ama accentrarsi. Ma se gioca da centravanti ha più chance di fare gol, una cosa che sa fare benissimo.

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