L’architetto Libeskind: “La burocrazia italiana non mi spaventa, ogni città ha i suoi problemi”

Libeskind

«La burocrazia italiana? Non mi spaventa». L’architetto statunitense Daniel Libeskind approda nella Capitale con il suo «Trilogy», tre torri che saranno il cuore dell’area direzionale del masterplan pensato attorno al nuovo stadio della Roma. Saranno alte duecento metri e dialogheranno con le strutture classiche dell’architettura romana.

Qual è l’idea del suo progetto?
Ho voluto creare delle torri che non fossero dei grattacieli uguali a quelli che potresti trovare a New York o a Dubai. Ho voluto delle torri originali, ma che partissero dalla storia di Roma e della sua architettura. Non saranno delle torri gigantesche, ma edifici di circa 200 metri che diventeranno un elemento caratterizzante dello skyline della città, perché saranno visibili arrivando qui con l’aereo e avvicinandosi al centro della città.

Che rapporto ci sarà tra le torri e l’area destinata agli uffici?
Le torri sorgeranno su una piazza, ma non la bloccheranno chiudendola. Il concept del progetto è che i tre elementi dialogheranno con la piazza, formando un triangolo e diventando un cancello di ingresso per quello spazio. Inoltre, i profili delle tre torri si completeranno uno con l’altro in una sorta di incastro. Ne verrà fuori un luogo nel quale chiunque vorrebbe lavorare.

Che materiali utilizzerà?
Le facciate non saranno solo di vetro. Utilizzeremo anche altri materiali, come alcuni tipi di ceramiche, che ci consentiranno di raggiungere un effetto di maggiore opacità della struttura.

Non è spaventato dalla burocrazia italiana?
Molte città al mondo pensano di avere un problema irrisolvibile per la burocrazia. In Italia siete convinti di essere un esempio negativo per questo, ma posso dire che tutte le città hanno la loro specificità e i loro problemi. Mi è successo anche a New York. Dal sindaco Marino e dalle altre persone che ho incontrato in questi mesi ho trovato ascolto e attenzione al dialogo. Sono convinto che Roma stupirà tutti.

Il Sole 24 Ore – G. Latour

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti