L’americano e l’arabo, il derby per la Roma in saldo

La Repubblica (M. Pinci) – Un quadrilatero che ha come vertici Boston, Houston, il Golfo Persico. E Roma, centro di interesse di una trattativa per la cessione della As Roma, in cui compaiono figure che molto poco c’entrano col calcio. La prima mossa ufficiale l’ha fatta Dan Friedkin: il texano ha firmato l’offerta scritta per rilevare la Roma, che equivale a 575 milioni di euro per prendersi il club giallorosso. Se Pallotta firmassse, entro una settimana si vedrebbe accreditati i 177 milioni della sua quota. Il resto dell’offerta riguarda la copertura del debito contratto dal club e una novantina di milioni servono per ricapitalizzare i conti agonizzanti della società. Pallotta è spalle al muro ma da alcune settimane la sua fantasia è agitata da un altro scenario. L’imprenditore del Kuwait Fahad Al-Baker ha rappresentato un interesse che coinvolge vari soggetti del suo paese. A veicolarlo a Pallotta è stato un volto della politica romana di fine anni Novanta: Massimo D’Alema. L’offerta di Al-Baker è più alta di 30-40 milioni rispetto alla concorrenza, ma inevitabilmente è subordinata allo studio più approfondito dei documenti. Il problema è che di tempo per studiare le carte ed effettuare una due diligence, non ce n’è. Pallotta vuole vendere subito e l’offerta di Friedkin scade venerdì sera. Una data che a questo punto diventa una deadline anche per il gruppo del Kuwait: dovrà decidere per quel momento se far arrivare un’offerta vincolante al buio o quasi.

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