L’addio di De Rossi. Tensione Capitale

Festa fa rima con protesta, nel match program di domenica sera. Meteo scontato: la notte sarà buia, per lo strappo inconcepibile e, come se non bastasse, anche tempestosa e non solo per la pioggia già annunciata. Mai come stavolta il pubblico dell’Olimpico si farà sentire, prendendo posizione e quindi usando la voce per centrare contemporaneamente il doppio obiettivo: salutare De Rossi e contestare Pallotta. Sono passati 2 anni esatti dall’addio di Totti, 28 maggio 2017, alla Roma e anche al calcio (giocato). Quel pomeriggio, caldo e lunghissimo,non ha niente a che vedere con la notte del 26 maggio 2019. Lacrime più che insulti, incassati comunque da Spalletti, quando fu inquadrato sui maxi schermi, nonostante la qualificazione diretta in Champions e il record di punti in A del club giallorosso. In campo si presentò addirittura Pallotta per premiare Francesco e commuoversi come qualsiasi altro spettatore dell’interminabile abbraccio al fuoriclasse che ha vestito per 25 campionati la stessa maglia. Il presidente prese poi qualche offesa, perché la gente fece blocco nel saluto e nel pianto per l’uscita di scena che, pure se diluita in un anno e mezzo, era stata messa ampiamente in preventivo. Fu soprattutto amore. E disperazione, anche conoscendo il finale da tempo. Non sarà così, invece, tra tre giorni. Il fine corsa di Totti fu, dunque, metabolizzato. Questo, no. Nessuno ha avuto il tempo di elaborare il lutto. De Rossi e, con lui, i tifosi hanno avuto l’ufficializzazione del divorzio pronunciato quasi sotto traccia e a bassa voce (anzi, nemmeno: solo qualche riga formale), a meno di 2 settimane da quella che è subito diventata l’ultima partita del capitano, trattato come fosse uno solo di passaggio. Il timbro che Pallotta piazza con ferocia e arroganza sulla stagione iniziata male e finita peggio. Lo riporta Il Messaggero.

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