La solitudine di Roma: le squadre vincono, lo stadio non è pieno

La Repubblica (E.Sisti) – Il problema se vogliamo è che i tempi cambiano e lo Stadio Olimpico rimane lo stesso. E con i nuovi bacini di utenza del calcio italiano colpito da siccità emotiva, è diventato troppo grande per Roma e Lazio. Fa sentire soli più che uniti. E pensare che le due squadre ce la stanno mettendo tutta. Non succedeva da 19 anni che fossero entrambe ai quarti in Europa. Quei giorni se li ricorderanno bene il ct Di Biagio e lo stesso Di Francesco: la Roma perse in Coppa Uefa con l’Atletico Madrid ma per un attimo, come spesso le capita, assaporò la qualificazione. In campo i tecnici di oggi fecero il possibile da giocatori ma non bastò (Di Biagio segnò anche una gran punizione al Vicente Calderon). Più dolci le memorie biancocelesti. Il facile quarto con il Panionios aprì al gruppo di Eriksson le porte della semifinale dell’ultima Coppa della Coppe della storia contro il Lokomotiv Mosca e infine la vittoriosa finale di Birmingham contro il Mallorca (qui qualcosa dovrebbe ricordare l’attuale vice presidente della Juve…). Le due romane ancora in corsa in Champions e in Europa League non restringono tuttavia l’Olimpico, nobile ma anacronistica vasca che nessun acquedotto del tifo potrà più riempire (si potrebbe aprire il tema degli stadi di proprietà). Un esempio: per vedere Roma-Atletico Madrid del ’99 accorsero in 72 mila. Il 12 settembre per la stessa partita si arrivò a stento a 36 mila.

Lo specchio e il segno dei tempi si riflettono in questa cifra dimezzata dal cambiamento delle abitudini, da una sempre più generica ma tangibile crisi e da un’irrefrenabile (e molto italiana) disaffezione per lo stadio, luogo che almeno a Roma non garantisce più quel senso di appartenenza che lo rendeva praticamente unico e al quale un tempo si riconoscevano addirittura facoltà terapautiche («vai allo stadio che ti passa..!»). I numeri sono più alti rispetto allo scorso anno ma ciò non sposta i termini della discussione, visto che Roma avrebbe in teoria modo di riprodurre, anche in quest’epoca di perplessità, le ammucchiate o i “sold out” che soprattutto i tifosi giallorossi, più numerosi dei biancocelesti, garantivano anche con l’umile Reggina (2000). Dicevamo dei numeri: in questa stagione la Roma è a 36.530 presenze di media rispetto alle 32.638 del 2016/17 (35.182 del 2015/16), mentre la Lazio si posiziona a 27.231 rispetto alle 20.453 del 2016/17 (21.025 del 2015/16). La Lazio quindi cresce più della Roma. Ma bisogna anche tenere conto dell’incremento generale della serie A, da 22.007 a 24.152 di media. E oggi la Lazio testerà il potere di seduzione del Benevento

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