La sfida. Ora la difesa vuole i gol

Il Corriere dello Sport (R.Maida) – Mattia Caldara è giovane e forte, non per caso è stato comprato dalla Juventus con un anno e mezzo d’anticipo, ma da solo non può giustificare le differenze: con 3 gol ha contribuito al primato della splendida Atalanta in una speciale classifica, quella delle reti segnate dai difensori. Caldara, spingendosi nell’area avversaria, ha dato un dispiacere anche alla Roma che ora cerca soluzioni per recuperare terreno. Come ha osservato Spalletti, in conferenza stampa e anche in privato con i suoi calciatori, la Roma è una delle quattro squadre di Serie A che non hanno ancora mandato un difensore in porta: le altre sono Genoa, Sampdoria e Inter che però hanno un bottino di gol più esiguo rispetto alla Roma, capace di arrivare a un totale di 42 in 21 giornate, cioè esattamente 2 a partita, senza avvalersi delle agevolazioni che partono dalla difesa.

WORK IN PROGRESS – E’ uno dei concetti su cui Spalletti si sta soffermando durante le sue lunghe sedute tattiche. I test sui calci piazzati, in una Roma che ha acquisito solidità e autostima inserendosi nella scia del vento da scudetto, sono i famosi dettagli a cui l’allenatore allude quando chiede ai giocatori di essere ambiziosi. «Non è possibile – sostiene Spallettiche una squadra piena di giocatori “fisici” non riesca a sfruttare le palle inattive in fase offensiva». E allora via ai cross e ai corpo a corpo, nelle esercitazioni infrasettimanali a Trigoria. In effetti difensori come Federico Fazio, che con i suoi 195 centimetri è il più alto calciatore di movimento della Serie A insieme con Koulibaly e Ranocchia, stanno spiccando nella capacità di presidiare il fortino ma non sono ancora riusciti a emergere nelle aree avversarie. Fazio in realtà un gol lo ha segnato ma in Europa League, contro l’Astra Giurgiu all’Olimpico, proprio a seguito di un calcio piazzato e di una mischia. E aveva segnato anche all’esordio assoluto con la Roma, decidendo l’amichevole estiva contro il Latina. Ma in campionato deve ancora trovare il feeling con il gol che gli manca dal primo febbraio 2014, quando giocava nel Siviglia e si divertì nel derby andaluso con il Malaga.

GLI ALTRI – Sono fermi a zero anche Rüdiger e Manolas che nella scorsa stagione segnarono due reti a testa in campionato. Manolas è stato però sfortunato perché con l’Inter era stato lui a indirizzare il pallone decisivo verso Handanovic, prima che la deviazione di Icardi alterasse completamente la traiettoria “meritando” la dignità di un’autorete. Niente gol pure per gli esterni, da Emerson che si è sbloccato a San Siro nell’ultima giornata del campionato passato a Bruno Peres, che pure veniva da 6 gol equamente distribuiti tra i due campionati giocati nel Torino. Persino Florenzi, che non è un difensore ma è stato per mesi adattato a terzino prima del grave infortunio al ginocchio, non era riuscito a entrare nella classifica dei marcatori, dopo i 7 gol vergati nel campionato scorso e i 5 di quello ancora precedente. Magari il suo rientro servirà a riequilibrare anche questi numeri.

PRIMATO – Due dei tre migliori realizzatori tra i difensori sono invece dell’Atalanta: oltre a Caldara, a quota 3 c’è Andrea Masiello. Sullo stesso piano Francesco Acerbi del Sassuolo mentre gli 8 gol segnati dai difensori juventini sono più spezzettati: 2 Chiellini e Rugani, 1 ciascuno per Dani Alves, Lichtsteiner, Bonucci e Alex Sandro. Forse un pizzico di differenza in classifica dipende anche da questo differenziale. A maggior ragione perché il Napoli, che è terzo in classifica, si serve con profitto dei suoi difensori: 6 gol sono arrivati dalle retrovie grazie soprattutto al recente innesto di Tonelli, capace di segnare due volte nelle prime due partite giocate. Evidentemente gli scudetti si vincono anche grazie alle spizzate, alle ribattute, a quelle che Spalletti chiama «le palle sporche»: a Genova la Roma perfezionista ci riproverà, ammesso che sia necessario.

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