La Roma si scopre in… difesa. Cali nella ripresa: portieri e cambi, Fonseca cerca rimedi

La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – La sensazione è quella del «deja vu». La Roma si ritrova con gli stessi punti dello scorso anno e con problemi di tenuta mentale che fanno riafforare l’antica litania: negli scontri contro le avversarie dirette la squadra di Fonseca sbanda. I numeri di due stagioni, infatti, raccontano come in 19 sfide di alta classifica, i giallorossi ne abbiano vinte solo 3: nello scorso campionato contro Milan, Napoli e Juve. Morale: «Houston, abbiamo da dire», verrebbe da dire, citando l’Apollo 13 e invocando i Friedkin. Diciamolo: la nuova proprietà non si tirerà indietro, ma questa squadra deve meritarsi la zona Champions. E se l’attacco lo è senz’altro (28 reti all’attivo), la difesa, con 18 gol al passivo è appena l’8” della Serie A.

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La domanda che circola a Trigoria è questa: perché nei secondi tempi il calo è così marcato? Le cifre non mentono: nei primi 45 minuti la Roma è squadra che ha segnato di più (18 reti), ma nella ripresa sono piovuti 13 gol, con una media al passivo per la seconda frazione pari al 72% del totale: nessuna squadra del campionato ha fatto peggio. Tocca a Fonseca rispondere, ricordando come sia stato notato che – con l’uscita di Spinazzola per infortunio – abbia preferito adattare Bruno Peres a sinistra, piuttosto che dare fiducia al baby Calafiori. Un altro tema, poi, è quello del portiere. Lopez e Mirante – per motivi diversi – non convincono. Se a gennaio arrivassero richieste per lo spagnolo, si potrebbe considerare un arrivo, ad esempio Sirigu, altrimenti in estate si proverà a cercare uno tra GolliniSilvestri.

 

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