La Roma si ferma al palo

Il Tempo (T.Carmellini) La dura legge del calcio punisce la «giovane» Roma di Di Francesco che domina la partita con l’Inter mostrando enormi progressi, ma viene piegata dalla doppietta di Icardi al quale bastano due palle buone per vincere una partita: il 3-1 di Vecino è la ciliegina sulla torta per Spalletti e punizione troppo dura per Di Francesco. Tutto il resto è la retorica del ritorno all’Olimpico del tecnico toscano fischiato ripetutamente e che sta lì con lo sguardo basso come un cane bastonato, ma continua ad essere un tabù per Di Francesco contro il quale non ha mai perso. Tre su tre. Ne esce un risultato bugiardo perché se è vero che a Bergamo la Roma aveva faticato e portato via tre punti «fortunati», ieri sera all’Olimpico ha dominato per lunghissimi tratti la gara (le espressioni e Sabatini in tribuna lo hanno confermato, ripreso più volte mani nei capelli) commettendo solo un grosso errore: quello di non chiuderla. Senza dimenticare che sul vantaggio dell’1-0 ha colpito tre pali e non ha avuto un netto rigore a favore per fallo di Skriniar su Perotti. Della serie nella vita meglio essere fortunati che ricchi: e Spalletti lo sa bene. Ma ci sta, è comunque un percorso di crescita che inizia a dare segnali positivi per la Roma e la conferma arriva dall’applauso a fine gara che il popolo giallorosso dedica alla squadra nonostante il ko.

Eppure la Roma era partita bene, giocando un primo tempo convincente per una squadra che inizia ad avere una sua fisionomia, un gioco autonomo, ma soprattutto un’unità di intenti che può fare la differenza: tanto più in avvio di stagione. Dopo dieci minuti di marca nerazzurra nei quali la Roma ha fatto solo un blitz dalle parti di Handanovic con Fazio, la squadra di Di Francesco è cresciuta e ha iniziato a fare la partita sull’onda lunga creata dal palo di Kolarov a difesa nerazzurra battuta. Un minuto, poi arriva il gran gol di Dzeko. Palla meravigliosa di Nainggolan a scavalcare la difesa, stop a di petto e collo destro del bosniaco che inizia il suo terzo campionato con la Roma con un gol in casa: il cinquantesimo con la maglia della Roma. L’Inter accusa il colpo e in campo ora c’è solo la Roma che colpisce un altro legno con una fucilata dalla distanza di Nainggolan che sfila alla destra di Handanovic e si stampa sul palo. Così, come accade nelle migliori tradizioni, dopo un tempo di fatto dominato, la Roma prima del doppio fischio di Irrati trova il tempo di rischiare grosso il pareggio: ma Alisson è fantastico sulla botta da distanza ravvicinata di Icardi. Parata difficilissima, perché il portiere romanista non vede partire il pallone e va a coprire d’istinto l’area giusta.

La ripresa non cambia il tenore della gara è sempre la Roma a fare la partita con l’Inter che cerca di limitare i danni. Si salva per la terza volta con un palo che stavolta è colpito da Perotti migliore dei suoi. Ma è l’illusione prima della beffa, visto che pochi minuti dopo Icardi trasforma in gol la prima palla buona che gli arriva sui piedi: 1-1 e tutto da rifare. La Roma accusa il colpo ma prova a reagire El Shaarawy dentro al posto di Defrel prova a scavalcare Handanovic in uscita ma Dalbert salva la porta. È il prologo della purga che arriva puntuale due minuti dopo l’ennesimo contropiede romanista e salvataggio in extremis della difesa nerazzurra. La firma è sempre quella di Icardi che sigla il 2-1 e uccide la Roma. Il 3-1 di Vecino fa solo tabellino e spiega a Di Francesco & Co. che la strada da fare è ancora tanta. Ma la direzione intrapresa è di certo quella giusta.

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