La Roma si fa male da sola, la Samp vola

La Stampa (M.De Santis) – Arrovellandosi nelle sue puntuali beghe interne e perdendo di vista l’oggettiva realtà di un sempre più lungo numero di prestazioni al di sotto della decenza, la Roma continua la sua inarrestabile involuzione. Con la Samp, 4 giorni dopo l’1-1 di Marassi, arriva la meritata mazzata del 2º capitombolo interno di fila (0-1), prodotto nel finale del castigatore Duvan Zapata. Per il 1º tempo di straordinaria bruttezza giallorossa non serve invocare l’alibi del mercato (con Dzeko in versione ectoplasma), dei conti imposti dal fair play finanziario, della contestazione curvaiola (fatta con dollari raffiguranti il volto di Pallotta) e dei difetti di comunicazione societaria: la Roma, ora come ora, è il tipico caso di squadra scomparsa, evaporata e piombata in un deprimente limbo di mediocrità. Talmente dispersa da essere sovrastata in mezzo al campo e bombardata dalla Samp, capace di allestire un tiro a segno da dodici conclusioni in 45’ verso la porta romanista. Il bollettino parla chiaro: da una parte Caprari (quattro volte), Zapata (tre), Ramirez, Barreto (due), Murru e Torreira, dall’altra i soliti quattro-cinque miracoli assortiti dal fenomenale Alisson di questi tempi.

SQUADRA DEPRESSAPovera Roma sparita, messa all’angolo dalla ciurma di Giampaolo e incapace di saper sfruttare un rigore regalato da Bereszysnki: Florenzi, inspiegabilmente promosso rigorista, sparacchia su Viviano e allunga a tre la striscia di pastrocchi romanisti consecutivi dal dischetto. Così depressa che anche quando crea qualcosa, magari grazie alle prodezze di Viviano, non riesce mai a buttarla dentro e alla fine incassa, con Zapata, il solito golletto di questi tempi cupi. Altro che i dettagli di un triste mercato, con la telenovela di Dzeko al Chelsea ancora in stand-by: la mesta sostanza è che questa Rometta non vince più dal 16 dicembre.

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