La Roma si butta via

Il Tempo (T.Carmellini) – La Roma si butta via. Di nuovo. Pareggia in casa con il Sassuolo, perde contatto con le due di testa (dopo il Napoli nell’anticipo, ieri sera vince anche la Juve a Verona) e resta a due punti dall’Inter (con una gara da recuperare) solo grazie al pari a reti inviolate arrivato nel pomeriggio da San Siro tra la squadra dell’ex Spalletti e la Lazio. Ma più della classifica, che comunque mostra tutta l’involuzione di questo gruppo, continua a preoccupare l’anemia offensiva di una squadra alla quale mancano i gol degli attaccanti: nonostante ieri abbia giocato col «doppio» bomber. Di Francesco, che ha il polso dello spogliatoio e capisce meglio di chiunque altro il momento dei suoi uomini, lo aveva probabilmente intuito e alla vigilia non ci aveva girato attorno. La frase «dobbiamo diventare cattivi come la Juventus» è la sintesi dell’ultimo pomeriggio di calcio giocato all’Olimpico nel 2017. La Roma ha tenuto palla, è andata in vantaggio con un gol del giovane Pellegrini che il tecnico aveva non a caso preferito a Strootman, ma poi non è riuscita a chiudere il discorso contro un Sassuolo che ha sicuramente meno qualità ma ieri ha mostrato molta più voglia dei giallorossi.

Un tema che torna in voga, che rispolvera vecchi tormentoni e innesca meccanismi mentali contorti sulla fatica dei romanisti ad andare in gol, a restare concentrati, a spingere come hanno fatto poi (inutilmente) negli ultimi affannosi minuti di gara. Il problema era e resta sostanzialmente il gol. Dzeko non segna da un mese e dal 18 ottobre scorso ha realizzato una sola rete: contro la Spal. Un po’ poco per un attaccante che lo scorso anno aveva vinto la classifica cannonieri in Italia (29 gol) e in Europa (per un totale di 39). C’è poi il caso Schick, giocatore contro il quale non c’è accanimento, ma che per meritare una maglia da titolare deve iniziare a dimostrare qualcosa: Di Francesco gli ha dato fiducia, almeno fin quando ha potuto, poi anche lui s’è arreso e l’ha cambiato con El Shaarawy (meglio, molto meglio). Dice: era influenzato, vabbè ma allora poteva restare a casa, perché i punti persi per strada con squadre di questa fascia, alla fine dell’anno faranno inevitabilmente la differenza. Se a tutto questo si aggiunge l’innesto della Var, la frittata è fatta. Altro record romanista, due gol annullati nella stessa partita: per altro entrambi giustamente. Millimetrico il fuorigioco di Dzeko (ma c’era), così come ininfluente il blocco di Under prima del gol di Florenzi che però l’arbitro considera giustamente «facente parte dell’azione». Eppoi dice che con la Var non emoziona più… qualcuno vada a dirlo a Di Francesco. Questione di stile.

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