La Roma ha voglia di volare

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Il Tempo (E.Menghi) – Cercasi pretendente al trono della serie A. In un campionato che non ha più il suo vertice a Torino, la Roma ha l’obbligo di provare a riprendersi quel primo posto abbandonato in fretta in favore della Juventus nelle prime due stagioni italiane di Garcia. A Firenze, oggi alle 18, è chiamata a dimostrare di potersi meritare la vetta e dare seguito al pensiero dei senatori dello spogliatoio: è davvero l’anno giusto per vincere? Lo scontro diretto con la Fiorentina dirà quanto c’è di vero in questa speranza, condivisa a pieno dal presidente Pallotta, che ha fatto capire come la squadra sia attrezzata per lo scudetto.

In Italia si dice spesso che per trionfare serve avere la miglior difesa, ma quello è il vanto dei viola, con appena 6 gol subìti, mentre la Roma lì dietro ha più di un problema e ne ha presi 10. Dodici, invece, le reti segnate nelle ultime tre di campionato, sommando i 4 centri fatti a Leverkusen i giallorossi hanno superato in 4 gare il bottino di gol della Fiorentina in 8 giornate (15). Non sempre, però, goleada vuol dire vittoria e la trasferta in terra tedesca insegna che gestire il risultato non è affar semplice, soprattutto se la squadra si dimentica di difendere in modo organizzato. «Non è solo questione della linea arretrata, ma – assicura Garcia – di atteggiamento generale. Da quando sono alla guida della Roma, abbiamo avuto sempre una delle migliori difese del campionato e non serve pensare ai cambiamenti di uomini nel reparto: è la regola del mercato e del rispetto dei piani economici, ci sta. Mi interessa far rendere al meglio questa rosa per obiettivi importanti. Non serve a nulla guardare indietro».

Benatia è il passato, Castan può essere protagonista nel presente: «Ma sapevamo che avrebbe avuto bisogno di tempo. Lo avevamo messo in conto anche per Rudiger, preso infortunato. Ora però è al 100% e ha un potenziale enorme». Importante è garantire il filtro a centrocampo, per questo De Rossi non poteva mancare: «Sta meglio, ha riposato un po’ e ha fatto la rifinitura con noi: sono fiducioso. Il pizzino? Nulla di segreto, dovevamo risistemarci sui calci piazzati difensivi con l’ingresso di Dzeko, che per noi è una risorsa e non certo un problema».

È andata male, ma Garcia sembra aver superato la delusione in fretta e si aspetta che lo facciano anche i suoi a Firenze, contro una squadra «a cui Sousa ha dato un’identità precisa». «Sarà una bella partita. Il pareggio col Bayer – riflette il tecnico francese – è deludente a metà, visto che abbiamo rimontato dal 2-0. Quante squadre smettono di giocare in quei casi? Spero che con la Fiorentina ci si diverta, magari incassando un gol in meno (ride, ndc)». L’insidia per Garcia è nel dopo-Coppa: «Le gare difficili sono quelle a ridosso del turno di Champions, ma per il momento abbiamo sempre risposto bene. Ho saputo che avremo un grande tifo: sarà una motivazione in più per dare il meglio di noi stessi». Se non bastasse il primo posto in palio.

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