La Roma e Dzeko: resettare e ripartire

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Alla fine si tratta di decidere a quali numeri affidarsi. Ai minuti giocati, forse, e in generale a una stanchezza emotiva che è madre del periodo meno prolifico della stagione di Edin Dzeko: tre partite consecutive senza segnare, mai il bosniaco è andato oltre in questa stagione. Non sono un’enormità in assoluto, le tre gare, lo sono invece per un attaccante che ha fatto fin qui 29 (gol) e aspetta con impazienza di aprire la decina con il 3. O forse no. Forse è meglio leggerla con altri numeri. Perché in Europa League va così: Dzeko è il capocannoniere della competizione, 8 gol come Giuliano dello Zenit (però eliminato). Otto in 344 minuti giocati, vuol dire uno ogni tempo disputato. Una forza della natura che tirerebbe via anche un albero grande come quello che ieri è caduto all’ingresso del centro sportivo di Trigoria: s’è messo al lavoro anche Luciano Spalletti, nel giorno del suo compleanno, per rimuoverlo.

VECCHIA ROMA – Guai invece a rimuovere il centravanti, alla quale la Roma affida un compito da record: mai, nell’era Usa, la Roma è entrata tra le migliori otto di una competizione europea. L’impresa è complicata. Tanto per rendere l’idea: l’Uefa stabilisce un ranking dei giocatori più decisivi ancora impegnati in Europa League, la Roma ne ha due tra i primi 10 (Dzeko e Nainggolan), il Lione tre. E tra questi c’è Alexandre Lacazette, che a Trigoria erano desiderosi (anche se un po’ meno pronti, visti i costi del giocatore) ad accogliere due estati fa, quando l’esigenza era trovare un centravanti. Il vuoto fu riempito da Dzeko, a ragione a 18 mesi di distanza dalla scelta. Ma il duello si ripropone ora. Ed è una sfida nella sfida: 29 gol stagionali Edin, 27 Alexandre, il totale fa 56 e nella smorfia, forse non a caso, il numero vale una caduta. Uno dei due cadrà, uno dei due saluterà l’Europa. Spalletti chiama Edin. E lo chiama al punto di ricostruirgli intorno la Roma di sempre, quella del 3­4­2­1, Salah e Nainggolan dietro le spalle e via così. Anche per cambiare il segno di una storia europea che per Dzeko non è mai stata positiva. Solo una volta, in Europa League con il Wolfsburg nel 2009­ 10, il bosniaco è arrivato ai quarti di una competizione continentale. Dal Manchester City in poi pare una maledizione condita da tanti ottavi e mille delusioni.

MONCHI SALUTA SIVIGLIA – Delusioni che in fondo sta dando Ramon Rodriguez Verdejo, ovvero Monchi, ai tifosi del Siviglia. Che il dirigente in odore di Roma sia prossimo all’addio al club andaluso l’ha confermato ieri pure Oscar Arias, d.t. del club, che ha dichiarato: «Monchi è stato chiaro, parlando con lui ho capito che è fermo sulla sua decisione di andare via». A Trigoria lo aspettano. E intanto, pur osservando la differenza nelle decisioni della giustizia sportiva con il caso dei buu a Rüdiger nel derby di Coppa Italia, il club giallorosso ha deciso di non fare ricorso contro i 10 mila euro di ammenda ricevuti per i cori di discriminazione territoriale del match con il Napoli. Meglio volare altrove. A Lione, da oggi, con 20 convocati e uno Dzeko in rampa di lancio.

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