La Roma corre. Il secondo posto al sapore d’Egitto

Corriere Dello Sport (R.Maida) – In questo sabato di festa romanista, la Champions League sembra una piramide. Si arrampicano tutti uno sopra all’altro, ergendosi sulle spalle forti di Fazio, i giocatori della Roma. Ma la piramide è anche sulle bandiere egiziane che sventolano in tribuna al Bentegodi, mescolate alle migliaia di colori giallorossi sparsi ovunque. E’ un doveroso tributo ai protagonisti di giornata, Stephan El Shaarawy e Mohamed Salah, capaci di accendere la partita anche nei momenti burrascosi. Walk like an egyptian, cantava un irresistibile inno dance degli Anni 80. Ma nella Roma gli egiziani non camminano, volano. Sempre di più.

FATTORE ELSHASorprende in particolare il finale di stagione che ha proposto El Shaarawy, a lungo rimasto ai margini della gloria e invece scintillante quando si è entrati in primavera. Se la Roma recupera un posto tra i grandi d’Europa, con ricadute economiche fondamentali per la pianificazione del futuro, gli deve tantissimo. Non solo per la doppietta di ieri a Verona – furbi i due inserimenti, apprezzabile la conclusione del pareggio, strepitosa la coordinazione sul 3-2 nello stop and gol – ma anche per tutto quello che c’è stato nelle precedenti partite: El Shaarawy ha segnato il gol del sorpasso anche domenica scorsa contro la Juve, quando il sorpasso Champions del Napoli incombeva; aveva fatto centro anche la settimana prima a San Siro con i vecchi amici del Milan, segnando per tre volte di fila come non gli accadeva dai tempi d’oro rossoneri (dicembre 2012); prima ancora a Pescara, in una serata meno semplice di quanto il risultato abbia fatto credere nel secondo tempo, ha stabilito un record personale firmando 3 assist nella stessa partita.

BENESSERE – Il totale realizzativo racconta di 8 gol in campionato (12 complessivi) che non sono male per un precario delle fasce: Spalletti gli ha concesso solo 16 partite da titolare. «E’ uno dei momenti più belli per me, non solo a livello calcistico – spiega El Shaarawy mi sento molto bene, anche sul piano psicologico, e credo che i risultati si vedano. Adesso spero di continuare e spero che arrivi anche la chiamata in Nazionale perché ci tengo molto». Beh, perché El Shaarawy ha un padre egiziano ma è nato a Savona e si sente azzurrissimo. «Ora però pensiamo al Genoa – conclude – con l’idea di festeggiare nel nostro stadio il secondo posto che è molto importante per tutti. La Juventus? Vediamo cosa farà contro il Crotone ma a noi interessava più che altro il risultato del Napoli».

GEMELLO – Altrettanto determinante l’amico Salah, con cui lo scorso anno si divertiva a mimare l’esultanza delle piramidi. Anche lui nell’ultimo periodo ha esondato ben oltre le aspettative, riuscendo a oscurare perfino i record di Dzeko che ieri ha raggiunto quota 28 gol in campionato e 38 in stagione. Nelle ultime 9 giornate di Serie A, Salah ha partecipato a 11 gol della Roma con 6 gol e 5 assist. Con la doppietta di Verona, agevolata da una deviazione complice, è salito a quota 15 gol in campionato superando il dato dell’anno scorso e confermandosi con Callejon la migliore ala del campionato. Sì perché oltre alle reti, che pure sono parecchie per una seconda punta, Salah ha erogato 10 assist vincenti ai compagni. Doppia cifra in tutt’e due le classifiche. «Ho passato un periodo di stanchezza per la Coppa d’Africa precisa – in Gabon faceva caldissimo. Ora però ho recuperato la condizione migliore». Ieri ha fatto disperare Spalletti, sull’1-0 per il Chievo, quando ha sprecato un facile colpo di testa davanti a Sorrentino. Ma poi si è riscattato abbondantemente con il piede sinistro, che ha mandato in visibilio i tremila romanisti adoranti. Inclusi gli egiziani.

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